“Tiger King”: una seconda stagione meno folle e più compassata

Cinque episodi disponibili su Netflix per un docu-drama che perde smalto e originalità

Una serie ideata da Eric Goode. Con Joe Exotic, Carole Baskin, Bhagavan Antle, Howard Baskin, John Finlay, Rick Kirkham, John Reinke, Kelci Saffery, Erik Cowie, Jeff Lowe. Docu-drama, giallo. USA. 2020

Mentre Carole Baskin sta per mettere le mani sulla proprietà del malfamato zoo di Joe Exotic, finito dietro le sbarre, emergono nuove rivelazioni sui moventi, i retroscena e i segreti dei più famosi proprietari di felini degli Stati Uniti. 

 

Il 2020-2021 verrà ricordato come un biennio drammatico dal punto di vista sanitario e sociale. La pandemia ha cambiato il modo di vivere di tutto il mondo, e messi al bando il contatto e la socialità “classica” è stato necessario trovare strade alternative per restare in contatto o banalmente non perdere passioni e punti di riferimento.

Per le piattaforme come Netflix i lockdown sono stati un po’ come vincere alla lotteria, invece. Milioni di utenti potenziali che sono diventati reali e hanno guardato allo streaming per cercare qualche momento di serenità e svago.

La grande disponibilità di tempo del pubblico ha fatto sì che serie e film nella media, che normalmente sarebbero passati sotto silenzio o quasi, abbiano riscosso grande seguito. Uno dei casi più eclatanti è sicuramente quello della docu-serie “Tiger King” (qui la recensione), che lo scorso hanno ha inchiodato agli schermi miliardi di persone, incluso l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il successo della serie è stato in gran parte frutto della capacità di attori e sceneggiatori di cambiare in corsa l’oggetto del docu-drama: dal mercato privato e illegale degli animali esotici in America, come doveva essere, alla bizzarra e tragicomica vita di Joe Exotic, proprietario gay di uno zoo privato di tigri.

Spinto dalla curiosità, e dai solleciti della direttora, recuperai a suo tempo la prima stagione di “Tiger King” apprezzando nel complesso l’originalità narrativa e il talento dei due registi nel mettere in scena una storia incredibile ma vera, con persone che sembravano uscite dal teatro dell’assurdo. Un ottimo mix tra documentario e crime story per una visione incalzante.

Joe Exotic era un folle maniaco o la vittima di una subdola congiura? La sua nemesi Carole Baskin era una donna accerchiata o piuttosto un’abile e fredda manipolatrice? Più si andava avanti nella visione più aumentavano i dubbi e le difficoltà nel prendere una posizione.

Un anno dopo il successo incredibile della prima stagione, Netflix ha voluto tentare il bis. I nuovi cinque episodi di “Tiger King” sono usciti il 17 novembre. Ma parafrasando l’adagio “Paganini non ripete”, i rilanci in chiave televisiva, se manca il materiale di base, sono sempre un grande azzardo…

La serie riprende da dove ci eravamo lasciati, ovvero dal clamoroso arresto di Exotic (condannato a 22 anni di carcere in quanto mandante del fallito tentativo di omicidio di Carole Baskin). Ma sin dalle prime scene si capisce che qualcosa è cambiato: la serie ha perso quel mix di folle e grottesco che la rendeva unica.

L’idea degli sceneggiatori era quella di espandere l’universo di “Tiger King”, raccontando il passato del protagonista (episodio 1, “La grazia per favore”) e approfondendo meglio la vita degli altri personaggi.

Nel secondo e terzo episodio (I diari di Carole, Cacciatori di taglie) ci si concentra su Carole Baskin, e sulla misteriosa scomparsa dell’ex marito Don Lewis nel 1997. Secondo molti, tra cui i familiari dell’uomo e lo stesso Exotic, Carole sarebbe coinvolta. Con un taglio da film giallo, sono sicuramente i momenti migliori di questa stagione.

Jack Ripper Smith nella seconda stagione di “Tiger King”. (2021)

Il quarto episodio (Il re delle bugie) si concentra su altri proprietari di zoo illegali e su come il cerchio della giustizia e degli animalisti si stia stringendo sempre più intorno a loro. L’ultimo (Folle rabbia) è una sorta di resa dei conti per chi ha tramato contro Joe Exotic.

Nel complesso l’impianto narrativo è didascalico, prolisso, alla lunga noioso da seguire. Sono rari i passaggi davvero incisivi e spiazzanti di questo sequel che, chiaramente, si bea del successo pregresso senza aggiungere niente di nuovo sul piano creativo e stilistico.

Una seconda stagione di “Tiger King” era prevedibile – quando un prodotto ha un tale impatto, è quasi impossibile per un produttore non cercare di cavalcare l’onda il più possibile. Peccato che in questi episodi manchi una sceneggiatura adeguata e che gli stessi interpreti sembrino più interessati alla popolarità ottenuta che a riabilitarsi.

Probabilmente ci sarà anche una terza stagione, che si concentrerà sulla scarcerazione di Joe Exotic e sul secondo processo. In caso venisse davvero realizzata ci auguriamo che si torni alla graffiante follia degli inizi, perché altrimenti, con la reintrodotta libertà di movimento, non siamo certi che il pubblico resterà a casa per vederla…

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