“Wish”: sogni e magia per un film che omaggia ma senza originalità

Il 62° classico Disney guarda al passato della major ma non centra l'obiettivo di far sognare

Un film di Chris Buck, Fawn Veerasunthorn. Con Gaia, Amadeus, Michele Riondino, Ariana DeBose, Alan Tudyk. Animazione, 92′. USA 2023

Nella magica terra di Rosas, un’isola di pace e armonia, uomini e donne, al compimento del diciottesimo anno, affidano i loro sogni a re Magnifico, affinché li protegga e li realizzi. La diciassettenne Asha è vicina a quel momento, ma ciò che più le sta a cuore è che il suo adorato nonno possa vedere realizzato il suo sogno, nel giorno del suo centesimo compleanno. Per questo, e per la fede che ripone nella sua guida, Asha si propone come assistente del re, ma quello che scopre, una volta al suo cospetto, la lascia dubbiosa e sconvolta. Magnifico non è il mago altruista che tutti credono essere, e i sogni delle persone, con lui, non sono affatto al sicuro. Disperata, la ragazza esprime un desiderio al cielo stellato e si prepara a lottare perché la verità venga rivelata.

 

Nella magica e pacifica terra di Rosas, uomini e donne affidano i loro sogni a un re Magnifico, di nome e di fatto, con la promessa che li protegga e un giorno li realizzi. Peccato che come scopre Asha, la protagonista di questa storia, le persone vengono ingannate e Magnifico è tutt’altro che altruista. Come restituire alle persone i propri sogni e il proprio futuro se non esprimendo un desiderio al cielo, e vedendo una Stella giungere in proprio aiuto?  

Le aspettative del pubblico intorno a “Wish”, il 62esimo classico Disney, erano alte, e come poteva essere altrimenti per “il film del centenario”, quello che si proponeva idealmente di celebrare le storie, i personaggi e i disegni che in questi decenni hanno reso la major cinematografica la più famosa e amata al mondo?

“Se puoi sognarlo, puoi farlo” amava dire il fondatore Walt, e gli sceneggiatori hanno quindi deciso di costruire la trama del film sull’importanza dei sogni (che si sa, son desideri, come già cantava la dolce Cenerentola nel 1950), il motore delle nostre vite, che non sono mai irraggiungibili o irrealizzabili, anche se talvolta può sembrarci così. L’idea era interessante, lo sviluppo però non lo è stato altrettanto. 

Intendiamoci, “Wish” non è un brutto film, semplicemente non riesce a proporre niente di originale. Ci sono tante canzoni, tanta animazione “vecchio stile”, ma manca la particolarità, quel colpo di scena o quel personaggio capace di imporsi all’attenzione di chi guarda e di farsi ricordare una volta usciti dalla sala.

La protagonista Asha ha una sua profondità, ma il villain Magnifico è la copia di mille riassunti – per quanto capace di far tremare i bambini, quando perde il controllo e si lascia corrompere dalla malvagità – e tutti gli altri, purtroppo, non sono che figuranti.

Siamo abituati ad “aiutanti” Disney che spiccano (pensate alla Fata Smemorina, a Lumière e Tockins o in tempi più recenti al Mushu di Mulan), a personaggi che anche se compaiono per poche scene si impongono (la famiglia Madrigal vi dice qualcosa?). Qui invece niente da fare: i personaggi secondari fanno solo i personaggi secondari, e si perdono su uno sfondo, anche lui, piatto. 

“Wish” doveva essere un film speciale, magico, capace di far sognare grandi e piccini. Nel suo desiderio di accontentare e far felici tutti, invece, gli sceneggiatori sembrano aver perso la strada, e la possibilità di creare qualcosa di unico. Non ci sono sotto-testi, qui; il messaggio è esattamente quello che si vede, e quello che ci immaginavamo fin dall’inizio. Forse era lecito aspettarsi qualcosa di più. 

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