Una serie di Luca Ribuoli. Con Pietro Castellitto, Greta Scarano, Gianmarco Tognazzi, Monica Guerritore, Giorgio Colangeli, Gabriel Montesi, Marco Rossetti.
Commedia drammatica, sportivo. Italia. 2021
Diretta da Luca Ribuoli e tratta dal libro “Un Capitano” di Paolo Condò, arriva su Sky e Now tv, a partire dal 19 marzo, “Speravo de morì prima”, la serie tv che racconta l’ultimo anno e mezzo della vita da calciatore del fuoriclasse e capitano della Roma.
Francesco Totti sta per compiere 40 anni. Dopo essersi ripreso da un infortunio torna in campo e la Roma vede il ritorno dell’allenatore Luciano Spalletti, con cui Totti aveva un forte legame d’amicizia. Sarà l’inizio della fine per il numero 10.
Prende il via da qui “Speravo de morì prima”, sei episodi che raccontano la stagione 2016-2017, un periodo di tensione costante per il capitano della Roma, e l’ultima tappa della sua carriera da calciatore.
Dopo l’ottimo documentario “Mi chiamo Francesco Totti” e il libro di Condò del 2018, l’idea di una serie che parlasse di fatti e personaggi ancora così attuali e fortemente riconoscibili ammetto che non mi entusiasmava. Il rischio era ed è alto.
“Speravo de morì prima”, dopo aver visto i primi due episodi, dissolve solo in parte i miei dubbi iniziali. La scrittura è ironica, leggera, senza fronzoli, si adegua bene alla personalità del protagonista.
E poi c’è lui, Pietro Castellitto, che è semplicemente perfetto nei panni del Capitano. Nonostante non gli somigli fisicamente, il giovane attore riesce nell’impresa, ardua, di evocare Totti, di ricordarlo nei gesti, nei modi, nell’attitudine. Al suo fianco c’è la Ilary Blasi di Greta Scarano, la donna dietro l’uomo e il calciatore, che continua a sostenerlo anche nel momento in cui lui deve lasciare.
Se guardata a prescindere dal fatto che si stia parlando di Totti – è possibile farlo? Lascio la domanda in sospeso -, “Speravo de morì prima” è la perfetta parabola di un uomo che deve lasciare il mondo che lo ha cresciuto, che deve smettere di essere ciò che è sempre stato e crescere, diventando altro.
Ma, alla fine, è di Francesco Totti che stiamo parlando. Nonostante tutte le buone intenzioni e i vari talenti messi in campo si fa davvero molta fatica a non fare paragoni con la realtà. “L’ironia ci salverà”. Sì, forse questo è uno di quei casi.