Una serie ideata da Carlos Montero. Con Bárbara Lennie, Inma Cuesta, Tamar Novas, Arón Piper,
Roque Ruíz, Isabel Garrido. Drammatico, suspence. Spagna 2020
Dopo l’Egitto e il Giappone, il mio personale “tour seriale” di fine 2020 mi ha portato in Spagna, per vedere e recensire “Il caos dopo di te”, serie auto-conclusiva in otto episodi uscita a inizio dicembre su Netflix.
Negli ultimi anni la Spagna sembra essersi trasformata nell’Eldorado delle serie tv, sfornando progetti di grande successo come “Elite” e “La casa di carta”. Visti i buoni precedenti, ho deciso di verificare di persona se le produzioni spagnole sono davvero eccellenti come dicono.
La mia prima reazione, dopo aver visto “Il caos dopo di te”? Carina, ma non memorabile. I capolavori sono certamente altri, ma lo sceneggiatore Carlos Montero sembra averne attinto a piene mani…
Nel primo episodio, ben costruito e ben scritto, conosciamo Viruca (Lennie) e Raquel (Cuesta), insegnanti di letteratura nella cittadina di Novariz, in Galizia. Scopriamo anche il tragico destino della prima e i problemi matrimoniali della seconda. Ma per il resto, domande a non finire.
L’incantevole cittadina è davvero il luogo amichevole che sembra oppure gli abitanti nascondo qualche torbido segreto? Viruca si è davvero suicidata oppure dietro la sua morte si nasconde altro? E ancora, che ruolo hanno avuto nella vicenda Iago (Piper), Roi (Ruíz) e Nerea (Garrido), che avevano un legame molto stretto con la loro insegnante?
Per il vostro attempato teledipendente, questi interrogativi riecheggiano la trama dell’intramontabile “I segreti di Twin Peaks” – invece di “Chi ha ucciso Laura Palmer?”, qui ci si chiede “Chi poteva volere la morte di Viruca”? Ma è davvero difficile se non impossibile superare il genio creativo di David Lynch, per quanti ci si provi.
“Il caos dopo di te” gioca con le linee temporali, mescolando i flashback sulla vita di Viruca con il presente di Raquel, risucchiata in un giallo sempre più cupo, misterioso e inquietante. Le due donne, apparentemente molto diverse, finiscono per rivelarsi simili.
Giallo esistenziale e psicologico, la serie si regge sulle convincenti performance delle due attrici protagoniste: Inma Cuesta e Bárbara Lennie. Le attrici si muovono con sicurezza davanti alla macchina da presa, infondendo profondità e magnetismo nei rispettivi personaggi.
Altrettanto bravi Arón Piper, Roque Ruíz e Isabel Garrido anche se, dopo un inizio promettente, la scrittura perde quota e incisività, facendoli risultare piuttosto prevedibili e stereotipati.
La maggiore criticità della serie, secondo me, è proprio nella sceneggiatura che dopo un inizio perfetto si sgonfia, arrivando a un finale davvero frettoloso e sbrigativo, non all’altezza delle buone premesse. Si ha come la sensazione che Montero abbia perso strada facendo il controllo del suo racconto, non avendo forse chiaro dove voleva farlo finire.
Più che un capolavoro, “Il caos dopo di te” mi sembra un’anatra zoppa, che lascia l’amaro in bocca al teledipendente ancien régime, che si era illuso di gustare un piatto rivoluzionario e invece si è dovuto sorbire una minestra riscaldata, per quanto ben presentata.