“Dietro i suoi occhi”: una miniserie che deraglia, cercando di stupire

I primi tre episodi sono convincenti. Poi gli sceneggiatori si sono lasciati prendere la mano

Una miniserie in 6 episodi, ideata da Steve Lightfoot. Con Simona Brown, Eve Hewson, Tom Bateman, Robert Aramayo, Tyler Howitt. Thriller. Regno Unito. 2021

Louise è una madre single che ha una relazione con il suo capo, lo psichiatra David. La sua vita prende una strana piega quando fa amicizia con Adele, la moglie del suo amante, e si ritrova intrappolata in una rete di bugie e segreti in cui niente è come sembra. 

 

Io penso che dovrebbe esserci un limite alla sospensione del realtà, anche in campo creativo e in generale artistico! La miniserie inglese “Dietro i suoi occhi”, disponibile su Netflix, invece, rappresenta purtroppo una nuova frontiera dell’assurdo drammaturgico, frutto dell’insensato quanto irrefrenabile desiderio degli sceneggiatori di stupire lo spettatore a ogni costo.

I primi tre episodi sviluppano il tema della relazione extraconiugale tra capoufficio e segretaria, con la successiva conflittualità con la moglie e la formazione di un triangolo amoroso (che ha di nuovo il fatto che si formi, casualmente, prima della relazione extraconiugale stessa).

Louise vede infatti Adele come una donna sola, fragile, controllata dal marito David, e si sente protettiva nei suoi confronti. Lo spettatore osserva stupito e incuriosito questa sorta di relazione a tre, in cui apparentemente è Louise a dettare le regole e i tempi.

L’intreccio narrativo, per quanto non originalissimo e con alcuni passaggi prolissi o poco funzionali al suo sviluppo, si rivela nel complesso godibile e stimolante, e chi guarda è curioso di capire come e quando questo precario equilibrio verrà meno.

Ma ecco che, dopo i primi tre episodi, quando uno pensa che le carte siano tutte in tavola, gli sceneggiatori decidono di stravolgere il canovaccio, facendo virare “Dietro i suoi occhi” dal thriller all’esoterico/new age. Il triangolo si trasforma in un quadrilatero, confuso, forzato, quasi farsesco.

Un cambiamento inaspettato quanto inverosimile, che lascia prima attoniti, poi perplessi, e alla fine strappa una risata amara. E che sicuramente non giova al ritmo del racconto. E neppure alle performance degli attori.

Se fino a quel momento, infatti, Simona Brown ed Eve Hewson si erano mosse con passo elegante e felpato sulla scena, studiandosi, diffidando l’uno dell’altra, fingendosi amiche, ma risultando sempre credibili, dopo sono costrette a improbabili giravolte interpretative.

Peccato, perché le due attrici avevano dimostrato grande personalità e talento, creando una forte connessione col pubblico.

“Dietro i tuoi occhi”, insomma, avrebbe voluto mostrare con stile nuovo il tarlo dell’invidia e della gelosia amorosa, ma il risultato finale è una parodia di questi sentimenti di cui sinceramente non si sentiva il bisogno.

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