Arriva a Giffoni con uno sguardo pieno di meraviglia e appena incontra i giornalisti dice: “Chi ha creato questo Festival è un Padreterno”.
È cresciuta, Cristiana Capotondi, rispetto alla ragazza che ricordiamo da commedie come “Notte prima degli esami” e “Come tu mi vuoi”, è cresciuta insieme ai personaggi che interpreta.
Di recente è stata Maria Teresa Franza nella serie tv “Di padre in figlia” e Lucia Annibali in “Io ci sono”. Due ruoli che le sono rimasti dentro e che si avvertono nelle sue parole.
“Donna è saper essere educatrici di figli maschi, sorelle di fratelli maschi, compagne di uomini e amica di amici maschi. È importante saper raccontare la donna oggi, oltre la rabbia, oltre i luoghi comuni con la grammatica della leggerezza, della solarità, della sensibilità e dell’intuito”.
La Capotondi parla dell’importanza della condivisione, dello scambio e del confronto, dell’importanza del cinema e della televisione nel raccontare storie che scuotano le coscienze.
A testimoniare la scelta di perseguire per il momento in questo filone, l’attrice sta girando la storia di Nina, una donna che si trasferisce con la figlia in un paesino della Lombardia per la regia di Marco Tullio Giordana.
Ha preso molto dai ruoli che ha interpretato: il desiderio, la necessità di battersi per ciò a cui si tiene e di difendere i valori in cui si crede. “Deve essere tutto riportato al centro dell’uomo, non siamo nelle macchine”.
E ai ragazzi ha rivolto un invito: “Studiate le lingue, viaggiate, allargatevi ma fate in modo che il centro torni a essere il nostro Paese”.
All’attrice il Festival ha assegnato il Giffoni Experience Award.