Ambra Angiolini al Giffoni: “Mi dicono genio e cagna, ma non mi sento né l’uno né l’altra”

Premiata con l'Experience Award l'attrice ha parlato degli inizi a Non è la Rai, dei progetti in corso e futuri e di molto altro

Arriva accompagnata dai due figli e conquista con il suo sorriso i giffoners, ansiosi di incontrarla nel penultimo giorno della 47° edizione del Festival: Ambra Angiolini non si risparmia, colpita dalla preparazione dei ragazzi in sala.

“Siete rari, questa è la magia del Giffoni” afferma ritirando il Giffoni Experience Award per una carriera tra cinema, tv, teatro, musica. Lei si definisce una fantasista.

“Penso che abbia molto a che fare con la magia, che è il tema di questo Giffoni. In fondo è stato magico anche il mio inizio e la mia strada è continuata in maniera abbastanza fantasiosa, imprevedibile. Dopo la magia, però, subentra lo studio, necessario per rendere credibile proprio quello che avviene sullo schermo o sul palcoscenico”.

Un lavoro che spesso i leoni della tastiera smontano con superficialità.

“È troppo facile andare su un social o sul web e denigrare il lavoro altrui, senza rispetto e senza mettersi in gioco. Il giudizio senza confronto, magari dato da casa in una situazione sfigatissima, non lo posso accettare e non perché non sono democratica, ma perché gli insulti è bene consumarseli nel bagno di casa propria davanti allo specchio”.

I premi in carriera, però, non sono mancati, ma c’è sempre un rovescio della medaglia.

Quando ti premiano troppo ho molta paura. In Italia abbiamo la brutta abitudine di usare i superlativi con troppa leggerezza. Mi dicono genio e cagna ma non mi sento né l’uno né l’altra: sono io, resto mia, il che vuol dire rischiare sempre”.

Il rischio va a braccetto con la libertà, secondo lei. “Sono molto felice, a 40 anni, di dire ‘Io sono libera’” e lo testimonia anche il suo percorso. “Devo dire che oggi mi stupisce, ma un tempo mi ha fatto soffrire parecchio” riferendosi a Non è la Rai, programma cult per anni etichetta difficile da scrollarsi di dosso.

A chi le chiede cosa possa fare il cinema per la tutela dei diritti della comunità LGBT, Ambra risponde ricordando l’impegno quotidiano delle associazioni che fanno delle cose gigantesche di cui sui giornali però nessuno parla, come il circolo di cultura omosessuale Mauro Mieli, che ha frequentato per dieci anni.

“Si cerca la coppia ‘da circo’: Saturno Contro è stato un primo tentativo di dare a una coppia gay una famiglia, per quanto allargata” ricorda l’attrice a un decennio dall’uscita in sala del film di Ozpetek.

In questo momento l’attenzione è soprattutto al teatro: le piacerebbe dirigere una commedia, ma intanto è la protagonista di “Terapia di coppia per Amanti” di Alessio Maria Federici che la vede al fianco di Pietro Sermonti e Sergio Rubini.

“Non posso dire molto: è tratto dal libro di Diego De Silva e racconta la storia di due amanti che decidono di andare in terapia di coppia. Dico solo che anche il terapista andrà in crisi”.

E su cosa manca agli adolescenti, Ambra Angiolini risponde così: “Un senso di aggregazione, di essere forti tutti insieme”.

Quel che invece è proprio lo spirito del Giffoni.

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