Nel periodo a cavallo tra la fine degli anni ‘10 e l’inizio degli anni ‘20 del secolo scorso, la Ville Lumière accolse molti artisti provenienti da diversi Paesi europei, differenti tra loro per caratteristiche e stile, ma accomunati dalla spinta al rinnovamento. Artisti che, in modo eterogeneo, diedero nuova linfa all’arte del periodo. I quartieri di Montmartre e Montparnasse, con i loro fermenti, divennero il centro di avanguardie e sperimentazioni, frequentati da artisti che vivevano l’arte – e la vita – in modo totale. Tra questi, appunto, Modì, anch’egli appartenente a quella che venne definita “La scuola di Parigi”.
La mostra torinese è allora un viaggio nelle atmosfere della capitale francese, attraverso i dipinti, i disegni e le sculture che Modigliani e i suoi colleghi crearono in quel clima fecondo. Il lavoro dell’artista toscano accostato alle opere di Brancusi, Chagall, Soutine, Utrillo, Sonia Delaunay, per raccontare l’ambiente artisticamente fertile che ha caratterizzato la Parigi del primo Novecento, fatto di incontri e confronti nei bar e nelle strade dei suoi quartieri più bohémien.
Tra le opere in mostra ricordiamo Ritratto di Dédie, Il giovane ragazzo rosso e Lolotte di Modigliani, le sculture Principessa X e Mademoiselle Pogany III di Brancusi.