Un film di Marco Ponti. Con Lorenzo Richelmy, Matilda De Angelis, Eugenio Franceschini, Antonio Gerardi, Massimiliano Gallo. Commedia, 102′. Italia 2018
Roberto (Richelmy) è un giovane meccanico pieno di debiti che vive in un paese che ormai stanno tutti abbandonando. Una richiesta di prestito negata dalla banca si trasforma casualmente in rapina e fuga con ostaggio! Roberto, insieme a BB, suo miglior amico ex campione di rally, e Soledad (De Angelis), teenager superstar ora in disgrazia ma ancora famosissima, inizia una folle corsa attraverso l’Italia. Tra inseguimenti, spargimenti di sangue e di soldi, la loro fuga sarà seguita con trepidazione anche dall’opinione pubblica, schieratasi immediatamente dalla parte di questi piccoli Lebowski, trasformati in eroi dai social media.
Non essendo un fan di Vasco Rossi o un suo esegeta, non ho idea di cosa il cantautore avesse in mente quando, nel 1983, scrisse “Vita spericolata”. Quello che so è che la canzone ha saputo trasmettere una suggestione a diverse generazioni.
Il regista Marco Ponti, con il suo “Una vita spericolata”, ha cercato di realizzare un prodotto innovativo per il nostro cinema, gliene va dato atto, ma se il Blasco lo vedesse al cinema molto probabilmente vorrebbe solo cantare “Io non ci sto”.
Il film è infatti un’occasione mancata, confuso, caotico e dispersivo sin dalle primissime scene. Il tentativo di unire in una sola storia tematiche come la disoccupazione giovanile, l’emersione di una nuova criminalità, le diverse anime all’interno delle forze dell’ordine non va a buon fine.
“Una vita spericolata” avrebbe dovuto essere un road movie giovanile che strizza l’occhio a grandi classici del genere come “Bonny e Clyde” e “Thelma e Louise” ma purtroppo, nonostante gli sforzi, risulta modesto.
Lorenzo Richelmy ed Eugenio Franceschini, per quanto volenterosi, non convincono del tutto. Matilda De Angelis, invece, nonostante l’inizio deludente, riesce a imporsi con bravura e personalità, conquistando, almeno in parte, la ribalta.
A emergere, comunque, sono piuttosto i “comprimari” – Massimo Gallo, Michela Cescon, Antonio Gerardi, Mirko Frezza – che con i loro personaggi rendono la storia quantomeno brillante.
Per apprezzare fino in fondo lo spirito e il messaggio di “Una vita spericolata” ci vorrà probabilmente uno spettatore giovane, e magari non troppo esigente. Il sottoscritto, citando il buon Vasco, può solo chiudere con un: “Io no”.
Il biglietto da acquistare per “Una vita spericolata” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.