“The quake – Il terremoto del secolo”: quando il disaster movie è europeo

Una storia visivamente coinvolgente e potente, che sfida con successo il monopolio a stelle e strisce

Un film di John Andreas Andersen. Con Kristoffer Joner, Ane Dahl Torp, Kathrine Thorborg Johansen, Jonas Hoff Oftebro, Edith Haagenrud-Sande. Azione, 106′. Norvegia 2018

Il geologo Kristian Elkjord è un uomo la cui vita privata è appesa a un filo: l’ossessione verso il suo lavoro lo ha portato a separarsi dalla moglie Idun e a trascurare i due figli: lo studente universitario Sondre e la piccola Julia. La sua grande esperienza e il suo intuito di geologo lo portano a scoprire che Oslo è minacciata da un catastrofico terremoto, abbastanza potente da distruggere l’intera città. Convincere di questo le persone che gli stanno intorno sarà un’impresa difficile, ma non abbastanza da scoraggiarlo a tentare…

 

Non c’è niente di più devastante, cieco e tragicamente maestoso della forza della Natura. Ogni disastro naturale – si tratti di un terremoto, di uno tsunami, di un’alluvione – ha la capacità di restare scolpito per sempre nella memoria collettiva, anche se lo vediamo mediato dalla tv o dal pc.

Guardando la cosa dal punto di vista puramente creativo, possiamo dire che ogni disastro ha un altissimo potenziale narrativo… E Hollywood ha visto bene di sfruttarlo, puntando parecchio negli ultimi anni sui cosiddetti disaster movie.

Personalmente trovo il genere alquanto noioso e ripetitivo, col suo riproporre praticamente sempre lo stesso schema cambiando solo il cataclisma in questione – e inserendo qua e là qualche spunto familiare/personale. La trama, in questi film, viene considerata un optional: quello che conta sono gli effetti speciali e la spettacolarità

Alla luce di quanto scritto, vale la pena vedere “The quake – Il terremoto del secolo” di John Andreas Andersen? Sì, ed essenzialmente per due motivi. Il primo è che si tratta di una produzione eeuropea, norvegese per la precisione, che non sfigura nel confronto con i ben più potenti cugini americani, per quanto riguarda realizzazione e recitazione.

Il secondo, è che presenta un intreccio lineare, chiaro, puntuale, che non ha la pretesa di sconvolgere le regole del gioco ma garantisce al pubblico una visione solida e coerente.

“The quake” si rivela una pellicola visivamente potente e coinvolgente, grazie all’efficace utilizzo degli effetti speciali e alla prova del cast, di buon livello e capace di infondere sostanza e umanità nei vari personaggi. Un buon film, insomma, che non farà probabilmente la storia ma che sfida con successo il monopolio a stelle e strisce sui disaster movie.

 

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