Uno spettacolo andato in scena quest’estate al Garrick Theatre di Londra, per la regia di Kenneth Branagh e Rob Ashford. Con Richard Madden, Lily James, Derek Jacobi, Meera Syal.
L’evento sarà disponibile al cinema il 29 e 30 novembre
Anche l’individuo più cinico e disilluso conosce la struggente storia d’amore di Romeo e Giulietta e può darsi che il loro tragico destino gli abbia strappato almeno un sospiro.
Tanti, forse troppi, registi e drammaturghi si sono cimentati con il capolavoro di William Shakespeare, modificandolo e stravolgendone l’essenza e la storia stessa a seconda dei propri gusti e capricci artistici.
Quella tra i due giovani di Verona è la storia d’amore per eccellenza e come tale assai difficile da mettere in scena in modi alternativi conservandone al contempo purezza, intensità e forza. Come dire che è complicato superare il maestro, quando si tratta di questi personaggi.
Kenneth Branagh, formatosi artisticamente prima come attore e poi come regista sui testi del Bardo, aveva più di ogni altro le carte in regola per riuscire nell’impresa.
La scommessa autoriale di Branagh, pur mantenendosi fedele alla struttura e all’intreccio narrativo del dramma originario, è stata quella di mettere in scena un Romeo e Giulietta ambientato negli anni ‘50 che ricorda per atmosfera la “Dolce vita” di Fellini e di scegliere come Mercuzio un uomo più maturo dell’originale e nello stesso tempo eccentrico e sagace.
Ambientazione e Mercuzio erano le due scommesse del regista nordirlandese. A mio avviso, se possiamo considerare vinta la prima, la seconda lascia invece piuttosto interdetti.
Le scenografie e i costumi anni ‘50 si adattano perfettamente allo stile, al linguaggio e ai dialoghi scritti da William Shakespeare nel tardo Cinquecento, creando una riuscita simbiosi estetica ed emotiva tra l’eleganza e la delicatezza di due epoche storiche differenti che restano però, nell’immaginario del pubblico, espressione di uno stile e di un decoro ormai perduti.
Derek Jacobi, attore di talento e di grande esperienza, dotato di un carisma e di una personalità scenica di primo livello, risulta invece poco adatto al ruolo del Mercuzio rivisto da Branagh. Il personaggio è, nell’immaginario comune, irruente, forte, fedele all’amico Romeo. Questa rivisitazione, invece, ricorda più un Jep Gambardella armato di spada, affascinante ma fuori contesto.
Richard Madden e Lily James, già visti insieme nel film Disney “Cenerentola”, formano una discreta coppia artistica, con la seconda più convincente e credibile nel ruolo di Giulietta rispetto al primo. I due riescono però solamente in parte a trasmettere le forti emozioni della storica coppia d’amanti, segno evidente che tra i due non è scoccata la scintilla artistica.
La regia di Kenneth Branagh è solida, asciutta, calibrata, attenta a rispettare il testo originale dandogli però un proprio tocco personale e capace di mantenere un buon pathos e ritmo.
Tirando le somme questo ennesimo adattamento non è fallimentare e rappresenta una buona occasione, soprattutto per i giovani, di avvicinarsi al teatro e conoscere William Shakespeare in una veste diversa da quella classica vista e rivista.