“Mon crime – La colpevole sono io”: un film femminista, e ispirato

François Ozon gioca con il genere giallo, mescolando temi attuali e ambientazione d'epoca

Un film di François Ozon. Con Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon. Drammatico, 102′. Francia 2023

Parigi, 1935. Madeleine Verdier, aspirante attrice convocata da un celebre produttore per un ruolo e poi aggredita, è accusata a torto del suo omicidio. Con la complicità di Pauline Mauléon, avvocato senza clienti che si incarica della sua difesa, si assume il crimine e accede alla gloria denunciando la misoginia della società e l’incompetenza della giustizia. Il tribunale diventa ‘teatro’ della sua performance. L’ingiustizia subita commuove l’opinione pubblico, il successo è immediato. Per Madeleine comincia una nuova vita, gli ingaggi piovono coi fiori e le proposte di matrimonio ma la vera colpevole bussa alla porta e reclama la sua parte…

 

François Ozon nel suo “Mon crime – La colpevole sono io”, in uscita il 25 aprile con Bim Distribuzione, si diverte a giocare con il genere giallo, declinandolo in chiave femminile e femminista.

Libero adattamento dell’omonima pièce del 1934 di Georges Berr & Louis Verneuil, il film trasporta i temi portati in primo piano in questi anni dai movimenti come il #metoo nel contesto della Parigi degli ’30. E li fa entrare in contrasto con la mentalità patriarcale del periodo, generando situazioni estremamente ironiche.

Dopo tanti film drammatici, il veterano Ozon si dimostra abile nel giocare con l’ambiguità di situazioni e termini, creando scene bizzarre ma credibili e viaggiando sul filo della commedia dell’assurdo, senza però mai svilire gli importanti temi affrontati.

Ottima l’interpretazione delle due giovani protagoniste, Nadia Tereszkiewicz, già vista in “Forever Young” di Valeria Bruni Tedeschi, e Rebecca Marder, e naturalmente quella di Isabelle Huppert, che nonostante il ruolo di spalla si conferma interprete versatile e geniale.

Exit mobile version