“Mathera”: dal degrado alla rinascita nel segno dei sassi e della cultura

Il documentario di Francesco Invernizzi combina immagini spettacolo e testimonianze illustri

Un film di Francesco Invernizzi. Documentario, 90′. USA 2019

Matera è una città senza tempo, dove gli insediamenti del Paleolitico convivono con le nuove strutture adibite a iniziative culturali, in una stratificazione che è un esempio di compresenza e resistenza. Nell’anno in cui è insignita del ruolo di Capitale europea della cultura, Francesco Invernizzi ci racconta Matera dalle sue origini alla sua decadenza, fino a quella rinascita che l’ha resa meta turistica di grande richiamo e polo di attrazione per artisti e intellettuali.

 

Decidere, nel 2019, di trascorrere qualche giorno a Matera non è solo normale ma molto in. Nell’anno in cui la città della Basilicata riveste il ruolo di capitale europea della cultura, farsi “un selfie tra i sassi” potrebbe diventare il nuovo must.

Sbaglia però chi pensa che per Matera i tempi siano sempre stati lieti. Prima di diventare meta turistica di spessore ed essere riconosciuta come patrimonio dell’umanità dell’Unesco, infatti, la città da dovuto affrontare momenti difficili e subire dolorose umiliazioni.

Il primo a gettare luce sullo stato di estrema poverà e di abbandono in cui versavano la città e i suoi abitanti fu Carlo Levi, nel 1945, con la pubblicazione del suo romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”.

Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie. […] Ho visto dei bambini seduti sull’uscio delle case, nella sporcizia, al sole che scottava, con gli occhi semichiusi e le palpebre rosse e gonfie. Era il tracoma. […] Sembrava di essere in mezzo ad una città colpita dalla peste.

Nel 1952, l’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, dopo una visita a Matera, la definì “la vergogna nazionale”, elevandola a simbolo negativo dell’arretratezza di tutto il Mezzogiorno. E per anni il marchio di “Cenerentola d’Italia”, arretrata, rozza, quasi incivile, l’ha perseguitata. Ma Matera, una delle città più antiche al mondo insieme ad Aleppo e Gerico, meritava davvero questa fine?

“Mathera” di Francesco Invernizzi, che arriva al cinema per un evento di tre giorni, è un documentario poetico, commovente, struggente che porta lo spettatore alla scoperta o riscoperta della storia della città, e della regione circostante, la Lucania, in un viaggio sensoriale ed emotivo oltre che storico.

Per apprezzare appieno la bellezza e la magia della Matera di oggi, come dice lo stesso regista, è necessario “ascoltare i sassi”, entrando così in contatto con la parte più profonda e intima della città.

Un ascolto che nel documentario è reso ancora più intenso dai contributi e dalle testimonianze di personaggi di spicco della rinascita materana di ieri e di oggi. Ma in “Mathera” a parlare non sono solo uomini e donne di cultura e di scienza, ma anche le persone comuni, i lavoratori, gli operai, in un azzeccato mix di vecchio e nuovo.

Nonostante il minutaggio forse eccessivo per un prodotto di questo tipo e alcuni passaggi ripetitivi e ridondanti, “Mathera” è complessivamente una visione consigliata per la sua unicità e forza narrativa, soprattutto per tutti coloro che avessero in programma una visita ai sassi nei prossimi mesi.

 

Il biglietto da acquistare per “Mathera” è:
Nemmeno regalto. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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