“La conseguenza”: un melò solido, che può contare su grandi interpreti

Keira Knightley, Alexander Skarsgård e Jason Clarke protagonisti di una potente storia d'amore

Un film di James Kent. Con Keira Knightley, Alexander Skarsgård, Jason Clarke, Kate Phillips, Jannik Schümann. Drammatico, 108′. USA, Gran Bretagna 2019

Amburgo, 1945. Rachael e Lewis Morgan si sono appena trasferiti in Germania dopo la sconfitta tedesca. Lewis è un alto comandante dell’esercito inglese, dunque gli viene assegnata una dimora di grande prestigio: la villa di Stefan Lubert, un celebre architetto tedesco ora ridotto a lavorare come operaio alla pressa. Lubert subisce l’esproprio con dignità, ma sua figlia quattordicenne Freda non riesce a nascondere la sua offesa. Lewis decide di comportarsi con clemenza verso il suo ospite tedesco e gli propone di coesistere sotto lo stesso tetto: i Morgan nelle stanze di rappresentanza, i Lubert in soffitta. Rachael non riesce a capire la generosità del marito, anche perché i tedeschi sono stati responsabili di un grave lutto nella loro famiglia. Ma la convivenza con il “nemico” le riserverà grandi sorprese.

 

Basato sul romanzo omonimo di Rhidian Brook del 2014, “La conseguenza” si svolge nell’Amburgo del dopoguerra, cinque mesi dopo la vittoria degli alleati. Gli abitanti si muovono tra le macerie di quella che un tempo era la loro città; i soldati cercano di mantenere una parvenza di ordine, mentre cercano ancora i nazisti rimasti.

Dramma in costume e cupa storia d’amore, il film si concentra sul dolore e le perdite che tutti devono affrontare, vincitori e vinti. La psiche dei personaggi è riflessa e ampliata dall’ambientazione: la maestosa villa, con le sedie di Mies van der Rohe e il pianoforte Steinway, sembra un luogo fuori dal tempo. Il mondo esterno, invece, dove domina il caos, tutto l’opposto.

Le scene d’amore con protagonisti Rachel (Knightley) e Stefan (Skarsgård) sono molto calde, e il regista James Kent fa un uso apprezzabile della luce naturale e delle lenzuola bianche per evidenziare la dolcezza di due amanti che, unendosi, riscoprono anche parti di sé che credevano perdute.

Nonostante la bontà di certe scelte registiche, e delle interpretazioni, alla “Conseguenza” e alla sua storia d’amore manca quella ambiguità morale che le renderebbe irresistibili. Lo status di Stefan Lubert come “buon tedesco” non è mai realmente in discussione, tanto che Lewis (Clarke) si schiera con lui fin dall’inizio.

L’idea di mostrare la sofferenza dei civili tedeschi durante gli anni del dopoguerra e il risentimento di un’intera generazione, che si è vista portare via la vita dal conflitto mondiale, è degna di nota ma avrebbe rischiesto una maggiore profondità e sottigliezza. Alla fine il film funziona meglio quando si concentra sul passato, su quello che è andato perso.

Storia d’amore potente e melò storico raffinato, con un epilogo davvero commovente, “La conseguenza” vive dei suoi personaggi e della loro voglia di tornare alla vita. Come la stessa Germania, Lewis e Rachel devono rinascere se vogliono affrancarsi dal loro passato difficile.

 

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