Un film di François Ozon. Con Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Éric Caravaca, Francois Marthouret. Drammatico, 137′. Francia 2019
Alexandre vive a Lione con la sua famiglia. Un giorno viene a sapere che il prete che abusava di lui quando faceva parte del gruppo degli scout officia sempre a contatto con i bambini. Inizia allora la sua personale battaglia con l’aiuto di François ed Emmanuel, anch’essi vittima del sacerdote, per raccontare le responsabilità del prete. Col passare del tempo e con l’aumento del numero delle vittime del sacerdote che decidono di venire allo scoperto si forma un associazione che decide di costituirsi in giudizio legale.
François Ozon, con “Grazie a Dio”, ripropone la spinosa questione della pedofilia nella Chiesa, traendo spunto da fatti reali: lo scandalo che travolse la diocesi di Lione, nel 2016. Ad oggi, l’inchiesta è ancora in corso.
Sul fronte ecclesiastico, Padre Preynat ha affrontato un processo canonico che si è concluso con le dimissioni dallo stato clericale. Nel frattempo, sul piano giudiziario, il Cardinale Barbarin, arcivescovo di Lione, è stato condannato con sentenza definitiva il 7 marzo a sei mesi con la condizionale per omessa denuncia di maltrattamenti. Il 18 marzo il Cardinale ha presentato le sue dimissioni a Papa Francesco – non si ha ancora notizia delle decisioni del Pontefice in merito.
Ozon ha voluto, ancora una volta, ricostruire fatti scabrosi in maniera asciutta e misurata. Non è la prima volta che il regista affronta temi di tale risonanza sociale, basti pensare a “Giovane e bella” del 2013, dove il focus era la prostituzione giovanile.
Il racconto, che si dipana attraverso le vite dei tre protagonisti, con continui flashback sulla loro infanzia abusata, è non solo e non tanto un’accusa a chi, proprio come Preynat, ha agito, ma soprattutto un processo a quell’Istituzione “intoccabile”, la Chiesa, che non ha agito ma anzi ha chiuso gli occhi davanti ai fatti.
Uno “Spotlight” intimista in versione francese; un racconto doloroso e appassionato, con momenti molto toccanti, su un tema tabù. Ma Ozon non calca mai la mano dando vita a un semplice atto d’accusa contro la Chiesa, non scade mai nel melodrammatico o nel retorico.
I personaggi sono disegnati con grande attenzione: Alexandre, padre di famiglia che cresce i propri figli in seno al cattolicesimo; François, ateo convinto che dopo una iniziale ritrosia abbraccia la causa con convinzione; Emmanuel, un ragazzo di umile origine che non è stato capace di costruirsi una famiglia e porta ancora addosso i segni delle violenze del passato.
Il titolo riprende una gaffe surreale del Cardinal Barbarin, incapace di comprendere fino in fondo la sua corresponsabilità nella vicenda, che pubblicamente sostenne: “Grazie a Dio questi reati sono stati prescritti”. Le sue parole sono emblematiche del pensiero di quella parte della Chiesa che ha solo interesse a uscire “pulita” dall’affaire senza interessarsi a far sì che il male che cresce al suo interno venga davvero estirpato.