“Fresh”: quando il principe azzurro si trasforma in lupo cattivo…

Un film che cambia pelle da commedia a thriller/horror, con un ottimo Sebastian Stan

Un film di Mimi Cave. Con Sebastian Stan, Daisy Edgar-Jones, Andrea Bang, Charlotte Lebon, Brett Dier. Thriller, 117′. USA 2022

Noa incontra il seducente Steve in un negozio di alimentari e, data la sua insoddisfazione con le app di incontri, corre il rischio lasciandogli il suo numero. Dopo il loro primo appuntamento, Noa è affascinata e accetta l’invito di Steve per un weekend romantico, ma scoprirà che il suo nuovo amante nasconde degli insoliti appetiti.

 

Nel mondo di oggi incontrare “la persona giusta” è quanto mai difficile. Al netto di app di incontri e social network, che promettono grandi risultati in poco tempo, il rischio di venire fregati o finire “intrappolati” in relazioni tossiche, malate se non addirittura pericolose è alto.

Reduce da una delusione amorosa, Noa (Edgar-Jones) non crede quindi ai propri occhi quando, al supermercato, conosce Steve (Stan), un affascinante chirurgo estetico che sembra non avere nessuno dei classici “problemi” dei soggetti proposti dalle app. Ma anche in questo caso, l’apparenza inganna…

“Fresh” di Mimi Cave, presentato in anteprima al Sundance Film Festival e disponibile dal 15 aprile su Disney+, inizia come una commedia romantica ma cambia poi improvvisamente pelle, trasformandosi in un horror. Dalla ricerca del principe azzurro all’incubo, pare, il passo è breve…

Non voglio entrare troppo nel dettaglio della trama, per non rovinarvi i tanti colpo di scena, ma per preparavi al film tenete a mente due iconici personaggi del cinema: Hannibal Lecter e Patrick Bateman. La performance di Sebastian Stan è magistrale e spiazzante, e richiama alla mente l’inquietante eleganza di sir Anthony Hopkins e la feroce follia repressa di Cristian Bale.

Daisy Edgar-Jones si è rivelata nel complesso una piacevole sorpresa. Mantenersi coerenti e credibili nel ruolo di Noa non era semplice, e l’attrice è riuscita a reggere l’urto emotivo e psicologico del suo personaggio per tre quarti buoni di film. Sul finale, invece, si è persa un po’, ma è stata anche la sceneggiatura a non aiutarla.

“Fresh” fa sorridere e sperare, poi sobbalzare, infine inorridire. La prima parte funziona bene, la seconda un po’ meno. Il vero problema, comunque, è il finale, non all’altezza di quanto visto in precedenza, sbrigativo e frettolosa quasi la sceneggiatrice e regista non avesse ben chiaro come concludere il film. Ma in ogni caso la visione resta consigliata, fosse solo per rivalutare le nostre presunte sfortune sentimentali. 

 

Il biglietto da acquistare per “Fresh” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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