Film d’Animazione | Zootropolis

Un film di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush. Con Massimo Lopez, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Frank Matano, Diego Abatantuono. Animazione, 108. 2016

Il mondo animale è cambiato: non è più diviso in due fra docili prede e feroci predatori, ma armoniosamente coabitato da entrambi. Judy è una coniglietta dalle grandi ambizioni che sogna di diventare poliziotta, poiché le è stato insegnato che tutto è possibile in questo nuovo mondo. Nick, invece, è una volpe che vive di espedienti nella capitale, Zootropolis, dove Judy, dopo un estenuante training in accademia, approda come ausiliaria del traffico. Toccherà a loro, inaspettatamente uniti, risolvere il mistero dei 14 animali scomparsi che tutta la città sta cercando e sventare i piani di chi vuole impossessarsi del potere, secondo l’atavico principio “divide et impera”.

Zootropolis, Zootopia, Disney, locandina

Aspettando di vedere anche nei cinema italiani l’attesissimo “Alla ricerca di Dory”, ho finalmente colmato una delle mie lacune della stagione cinematografica 2015/2016 guardando l’ultimo nato di casa Disney,Zootropolis”.

Voglio iniziare da una notazione linguistica. Nonostante il film sia uscito anche in italiano, con mio marito abbiamo visto bene di vederlo in lingua… e la prima cosa che ci ha colpito è stato il fatto che il titolo è stato tradotto. Niente contro le traduzioni – ci sono casi in cui sono addirittura necessarie, perché certi giochi di parole o modi di dire che in inglese hanno il loro perché, non renderebbero allo stesso modo per il pubblico italiano – ma in questo caso la scelta mi ha lasciata quanto meno perplessa, dal momento che 1) Non era necessaria ai fini della comprensione; e soprattutto 2) Modifica profondamente l’idea che si voleva trasmettere con il titolo.

L’originale Zootopia è diventato Zootropolis… non credete anche voi che il cambiamento sia significativo? Se infatti la parola italiana fa riferimento al nome della città dove la protagonista Judy si trasferisce dopo essere diventata un poliziotto, quella inglese era molto più profonda, alludendo all’utopia animalesca che è stata realizzata nel mondo del cartone, con gli animali che coesistono pacificamente, senza più distinzione tra prede e cacciatori. Personalmente trovo il titolo originale più profondo e meno banale, ma queste sono sottigliezze, questioni di gusto.

Judy e Nick alle prese con il bradipo Flash.

Passando a parlare del film vero e proprio, anche se la storia è tutto sommato scontata e prevedibile (non è che ci si possono aspettare grandissimi colpi di scena, quanto a trame, in un cartone animato che si rivolge anche al pubblico dei più piccoli) è impossibile non venire rapiti dall’universo che disegnatori e sceneggiatori sono stati capaci di costruire.

Non sono tanto le avventure e disavventure di Judy e Nick, a lasciare a bocca aperta – per quanto ci siano delle sequenze davvero esilaranti, come quella dove i due si incontrano per la prima volta nella caffetteria per elefanti oppure quella con il bradipo Flash -, quanto il contesto. Le invenzioni che vediamo prendere vita a ogni inquadratura, dai mezzi pubblici con uscite personalizzate a seconda della taglia degli animali ai gelati più o meno grandi, dai diversi ambienti che compongono la città di Zootopia ai mezzi di trasporto. Ogni elemento è magico, fantasioso, stupefacente, contribuisce a dare spessore alla storia, a farti sentire dentro il film.

Alla fine il cattivo di turno – inaspettato? – viene smascherato e l’armonia torna a regnare sovrana. L’immancabile morale è che nessuno può dirti cosa voler essere o cosa voler diventare: se hai un sogno, dacci dentro per renderlo realtà.





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