“End of justice – Nessuno è innocente”: Washington mattatore

Il film di Dan Gilroy, nonostante qualche limite nella sceneggiatura, convince per merito del cast

di Ambra Azzoli

 

Un film di Dan Gilroy. Con Denzel Washington, Colin Farrell, Carmen Ejogo, Lynda Gravatt, Amanda Warren. Thriller, 122′. USA, 2017

Roman è avvocato a Los Angeles e lavora in uno studio che si occupa di clienti, appartenenti a classi sociali bisognose, spesso impossibilitati ad avere una difesa degna di questo nome. Roman, anche per il carattere che ha che lo spinge a non trattenersi dinanzi a palesi ingiustizie, è stato sempre tenuto dal suo collega William Jackson nelle retrovie a preparare la documentazione dei casi. Quando però William viene ricoverato in ospedale senza speranza di recupero tocca a Roman presentarsi in tribunale e già la prima causa gli crea dei problemi. Le cose si complicano quando lo studio viene chiuso e chi si deve occupare dell’operazione comprende le sue doti e ne vuole acquisire le competenze mettendole però a servizio del puro e semplice guadagno. Roman cerca di barcamenarsi fino a quando un giorno si fa tentare da un’azione illegale.

 

Scritto e diretto da Dan Gilroy, “End of justice – Nessuno è innocente”   mostra le zone d’ombra del sistema giudiziario statunitense e l’impegno di chi, al suo interno, deve operare.

Come in ogni ambito, anche quando si tratta di applicazione delle legge è possibile fare il bene oppure il male, lavorare con onestà oppure guardare solo ai propri interessi. È l’individuo, qui, a muovere l’ago della bilancia.

Roman J. Israel, Esq (Washington) non è solamente un avvocato, è un cavaliere che con la forza del sapere è pronto a sfidare tutto e tutti pur di far prevalere la legge. Uomo che crede nella giustizia, ha passato la vita a combattere i soprusi per conto dei diseredati, tanto da rinunciare al benessere e a una carriera folgorante. Quando lo studio legale per cui lavora chiude, Roman si troverà però di fronte a una difficile scelta…

Onore all’interpretazione di Denzel Washington – nominato con merito all’Oscar per questo film -, maestro di trasformismo. Menzione anche per Colin Farrell.

Nonostante qualche pecca nella sceneggiatura e qualche scena di troppo, il film si lascia seguire e appassiona il pubblico, merito soprattutto del cast.

 

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