Un film di Roberto Andò. Con Andrea Camilleri. Documentario, 85′. Italia 2018
Un racconto mitico, pensato, scritto e narrato da Andrea Camilleri che “cunta” la storia dell’indovino cieco, le cui vicende attraverso i secoli si intrecciano a quelle dello stesso scrittore.
Perché uno spettatore medio dovrebbe uscire di casa, pagare un costoso biglietto per vedere e ascoltare un monologo teatrale di oltre un’ora interpretato da un “giovane“ attore di 93 anni, che non si alza mai dalla sedia?
A qualcuno basterà sapere il nome dell’attore in questione, Andrea Camilleri, per i pochi che non lo conoscono, invece, consiglio comunque di andare al cinema per l’evento del 5, 6 e 7 novembre. “Conversazione su Tiresia”, infatti, è probabilmente il modo più semplice, bello ed emozionante per avvicinarsi al teatro, e a Camilleri.
Il documentario ripropone lo spettacolo andato in scena l’11 giugno scorso al Teatro Greco di Siracusa, riuscendo, per una volta, a trasmettere al pubblico in sala le stesse emozioni – o almeno alcune – provate in quella sede.
Lo spettatore diffidente si chiederà subito: ma chi sarebbe questo Tiresia? Dovrei conoscer il suo nome, magari per averlo letto su qualche giornale? Perché dovrebbe interessarmi una conversazione su di lui?
Tiresia è una figura della mitologia greca, affascinate quanto misterioso. Privato della vista, ebbe in cambio il dono di vedere il futuro e di vivere sette vite non consecutive. Per sette anni potè anche sperimentare la condizione femminile, per punizione divina.
Andrea Camilleri ha raccolto e studiato una grande quantità di materiale, determinato a realizzare qualcosa d’unico. Sfidando l’età anagrafica, ha messo tutto se stesso per dare vita a un monologo ironico e magnetico dove le sue esperienze e quelle di Tiresia si fondono.
“Conversazione su Tiresia” è un’esperienza sensoriale, emotiva, culturale ed esistenziale unica, una lectio magistralis sulla vita, sull’amore, sull’eternità e sulla bellezza della cultura portata avanti però con semplicità.
Tiresia ha visto e sentito tante cose nell’arco delle sue quasi sette vite, utilizzando la poesia come strumento di salvezza e purificazione dall’orrore del mondo. Lo stesso modus operandi adottato da Primo Levi negli anni vissuti nei campi di sterminio, per evitare di perdere la propria umanità.
“Conversazione su Tiresia” è stato immaginato anche come un salito di Andrea Camilleri al suo primo pubblico, quello teatrale. Ma come Tiresia siamo sicuri che il Maestro abbia ancora molto da dire, sulla nostra società e sul futuro.