“Come un gatto in tangenziale”: centro e periferia in una commedia verace

Paola Cortellesi e Antonio Albanese genitori ai ferri corti in uno scontro di civiltà tra Roma nord e sud

Un film di Riccardo Milani. Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Luca Angeletti, Antonio D’Ausilio. Commedia, 98′. Italia, 2017

Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale, vive nel centro di Roma. Monica, ex cassiera, con l’integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi. Sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. I due cominciano a frequentarsi e a entrare l’uno nel mondo dell’altro. Giovanni, abituato ai film nei cinema d’essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, finirà nella chic Capalbio. Ma all’improvviso qualcosa tra loro cambia.

 

Liberté, Égalité, Fraternité (aka Libertà, Uguaglianza, Fratellanza), celeberrimo motto settecentesco associato soprattutto alla Rivoluzione francese, è stato usato e spesso abusato nel corso del tempo dai più disparati movimenti e forze politiche di sinistra. Parole in origine forti e d’impatto hanno finito per svuotarsi di significato, diventando solo slogan da lanciare contro gli avversari, per ottenere consenso e quindi voti.

I politici, impegnati a discutere di immigrazione e ius soli, sembrano dimenticare la realtà che si respira nelle nostre periferie. Ma anche noi cittadini, che tanto amiamo definirci liberali e mentalmente aperti, tendiamo a cambiare faccia, se in gioco c’è il futuro dei nostri figli.

Già i figli, orgoglio e allo stesso tempo fonte di preoccupazione e angoscia costante, soprattutto quando arriva l’età dei primi amori, delle cotte adolescenziali. E se una ragazzina di Roma nord inizia a uscire con un ragazzino di borgata, anche il genitore più equilibrato è pronto a mettere da parte buoni principi e idee progressiste per dimostrarsi, semplicemente, ottuso e spaventato.

Come un gatto in tangenziale” è da una parte una riuscita e divertente versione romana di “Pretty woman” e dall’altra una garbata e ironica quanto incisiva denuncia dell’ipocrisia intellettuale, sociale e civile italiana.

L’idea per il film, il regista Riccardo Milani l’ha presa dalla sua biografia. Qualche anno fa, infatti, una delle figlie si innamorò di un ragazzo del quartiere di Bastogi, spingendo il padre preoccupato a seguirla segretamente.

Da qui nasce questo brillante e romantico scontro di civiltà tra Roma nord e Roma sud, uno scontro tutto da ridere, magistralmente interpretato da Paola Cortellesi e Antonio Albanese, che si ritrovano insieme a distanza di pochi mesi dal deludente “Mamma o papà?” (qui la recensione).

I due attori, stavolta, potendo contare sia sull’affiatamento precedentemente costruito sia su una buona sceneggiatura, usano al meglio talento, esperienza e vis comica.

Monica e Giovanni sono genitori preoccupati per la storia d’amore nata tra i figli. Lo spettatore assiste, divertito, alla “missione anti-Cupido” dei due, costretti a condividere uscite al cinema, giornate al mare e pranzi. Se le differenze sociali, culturali ed economiche non rappresentano un problema per la giovane coppia, sono fonte di imbarazzo, smarrimento e scontro ideologico ed esistenziale per i genitori.

Frequentando contro voglia i rispettivi mondi, Monica e Giovanni finiranno per rendersi conto che in realtà anche due persone diverse come loro possono costruire un rapporto di stima e amicizia.

“Come un gatto in tangenziale” ha una struttura narrativa e uno stile di racconto e di regia per lo più di respiro televisivo. Ciò nonostante Milani ha il merito di aver costruito un prodotto godibile, brillante, capace di regalare al pubblico sorrisi e spunti di riflessione.

Oltre ai quattro protagonisti, Sonia Bergamasco, dopo la felice esperienza con Checco Zalone, si conferma a suo agio in un contesto da commedia, interpretando con bravura ed efficacia Luce, la madre snob e radical chic di Agnese. Memorabili il cameo di Franca Leosini che interpreta se stessa, e il pranzo domenicale a Bastogi, com Claudio Amendola nel ruolo del padre ex galeotto di Alessio.

Il finale, sebbene prevedibile e buonista, omaggia “Forrest Gump” sottolineando che anche l’amore più improbabile può e deve essere vissuto e gustato al pari di un ‘ottima scatola di cioccolatini.

 

Il biglietto da acquistare per “Come un gatto in tangenziale” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre. 

 

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