Dopo tre anni il vostro inviato torna a casa. Pardon, alla Festa del Cinema di Roma (che si apre oggi, 13 ottobre e animerà le giornate della capitale fino al 23).
Il mio percorso da inviato festivaliero, e le vostre pene di lettori alle prese con cartoline e recensioni, era iniziato proprio da qui, nel 2016. Ed è andato avanti tra mille difficoltà, quelle “leggere” come i crash del sistema di prenotazioni, e quelle più importanti, come una pandemia.
Roma ha affrontato due edizioni “Covid”, ma nel 2022 si volta pagina. I vertici della Festa hanno infatti deciso di dare un taglio all’era di Antonio Monda, cambiando direttore artistico e nominando Paola Malanga al suo posto. E reintroducendo anche la competizione ufficiale.
Come sarà la gestione Malanga? Riproporre il concorso si rivelerà una scelta vincente? Ma soprattutto, dopo l’addio tutt’altro che pacifico di Monda, quanti talent stranieri si faranno vedere sul red carpet dell’Auditorium?
Sono solo alcuni degli interrogativi che serpeggiano da settimane tra gli addetti ai lavori, pronti alla critica spietata in caso di problemi ma altresì a saltare senza colpo ferire sul carro del vincitore, se tutto dovesse filare liscio.
Per ciò che mi riguarda, la prima sfida è ancora una volta avere a che fare con i sistemi di prenotazione on-line senza uscire pazzo. Mal comune mezzo gaudio, dice il detto. Ma se è vero che da Cannes a Venezia e adesso a Roma, nessun Festival sembra capace di trovare subito la quadra, per grande scorno dei giornalisti, dopo tre anni aspettarsi qualche passo in avanti sarebbe lecito.
Con le prime crisi di nervi da mancata prenotazione si torna a casa, si torna alla Festa. Lo spettacolo riparte. Sarà una Roma diversa, “migliore”, più partecipata? Il vostro inviato è pronto a esprimere un giudizio sincero – e sono certo che lo farà anche Antonio Monda da New York, che un po’ ci mancherà.