“Atomica bionda”: una spy story tra sospetti e colpi di scena nel segno di Charlize Theron

David Leitch dirige un James Bond in chiave femminile che risulta però pasticciato, caotico, incapace di conquistare il pubblico

Un film di David Leitch. Con Charlize Theron, James McAvoy, Sofia Boutella, John Goodman, Toby Jones, Eddie Marsan. Azione, 115’. USA, 2017

Tratto dalla graphic novel “The Coldest City” di Antony Johnston

 

Ci sono poche date che come il 9 novembre 1989 – giorno della caduta del Muro di Berlino, che ha segnato l’inizio della dissoluzione dell’Urss e la fine della guerra fredda – sono rimaste scolpite non solo nei libri di storia, ma nella memoria collettiva.

In seguito, il mondo, la politica e i servizi segreti non sono più stati gli stessi. Ma con la fine dell’Urss è stato anche necessario trovare nuovi nemici, talvolta creandoli dal nulla, per portare avanti il business della guerra e delle armi.

Non voglio annoiarvi con una lezione di geopolitica e storia, ma se volete guardare con consapevolezza “Atomica bionda” di David Leitch noi consigliamo un veloce ripasso di ciò che è successo in quel periodo, altrimenti il rischio di confondersi è alto.

Charlize Theron interpreta una spia al servizio della Corona britannica. Nel 1989, alla vigilia del crollo del Muro, un agente dell’M16 in possesso di una lista contenente nomi e vere identità di tutte le spie impegnate a Berlino, viene ucciso in circostanze misteriose.

A indagare sull’accaduto viene inviata Lorraine Broughton (Theron), risorsa di spicco dell’intelligence britannico, astuta e affascinante, ma anche brutale.

Nella polveriera che è diventata la Germania, tra controspionaggio, defezioni, assassinii, la bella e letale Lorraine, insieme al capo dell’intelligence locale David Percival (McAvoy), dovrà fare uso di tutte le sue doti per recuperare le lista prima della caduta del Muro.

Immaginate una versione al femminile di James Bond, con una Charlize Theron esplosiva e magnetica, e avrete un’idea di cosa sia, idealmente, il film.

Ma se questo sarebbe più che sufficiente per larga parte del pubblico maschile per sfidare il caldo torrido e affollare le sale, cari amici meno soggetti agli ormoni e obbligate compagne a seguito, abbiamo un problema, che neanche Houston sarebbe capace di risolvere.

“Atomica bionda” è un brutto pasticcio drammaturgico, dove chi guarda fa fatica a individuare un preciso fil rouge. La struttura narrativa è caotica, sbilanciata, confusa, punta tutto sulla fisicità, il carisma e la presenza scenica – va detto, notevole – di Charlize Theron.

Forse l’attrice sudafricana, avvertendo una crisi di mezza età, ha voluto dimostrare a se stessa e al mondo di poter interpretare qualunque ruolo, accettando anche di produrre questo film oltre che interpretarlo.

La Theron non si risparmia, è presente dalla prima all’ultima scena, lotta, sanguina, picchia, vola dalla finestra, offre al pubblico la visione del suo corpo splendido e statuario e regala anche una mirabile scena lesbo con la bella e magnetica Sofia Boutella (già ammirata nel film “La Mummia”). Eppure tutto questo non basta, e ciò che predomina è la noia.

“Atomica bionda”, sebbene sia girato in modo frenetico, creativo e con un stile originale da video clip, fatica a carburare e alla lunga mostra la corda a livello di pathos e ritmo narrativo.

Lo stesso talentuoso e poliedrico James McAvoy risulta sprecato in un personaggio prevedibile, senza alcun fascino né profondità drammaturgica.

Per quanto rievochi serie cult come “Nikita”, film come “James Bond” e grazie all’azzeccata colonna sonora atmosfera anni ‘80, il film non buca lo schermo e non conquista.

Charlize può stare serena: nonostante abbia passato i 40 resta una donna bellissima, desiderabile, e un’attrice di grande livello, ma per favore ci risparmi un sequel solo per dimostrare che può picchiare come una ventenne. Perché qui, a parte lei e il titolo, di atomico c’è ben poco.

 

Il biglietto da acquistare per “Atomica bionda” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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