Ci dividiamo su tutto, da sempre. Cibo, squadre sportive, libri, film, non c’è ambito in cui non sia possibile esprimere un proprio giudizio e schierarsi. Come dice il detto, tra parentesi, tenere il piede in due scarpe non è solo ingiusto, è impossibile. Bisogna scegliere di chi o di cosa essere fan.
In ambito spionistico, io la mia scelta l’ho fatta da tempo, elevando James Bond a icona. Così, da ragazzo, guardando in tv la serie “Mission Impossible” e le avventure di Ethan Hunt e del suo gruppo confesso di aver sbadigliato spesso per la noia, considerandoli poco più dei “cugini poveri” del mio Bond.
Mi sento in dovere di aggiungere che, da “serie-dipendente” quale sono, ho sempre storto il naso davanti al passaggio di una serie dal piccolo al grande schermo, perché spesso, nel processo, si perde il fascino e soprattutto l’essenza originaria della storia.
Dopo queste premesse non vi biasimo se state pensando che la recensione che vi apprestate a leggere sarà negativa, se non venata di pregiudizi. Ebbene, vi sbagliate. Anche se il sorriso a trentadue denti di Tom Cruise mi provoca da sempre l’orticaria, e il fatto che oggi, guardandomi allo specchio, io sembri il nonno dell’attore anche se anagraficamente sono il minore non aiuti a rendermelo più simpatico, non si può negare che il nuovo capitolo del cinematografico Mission Impossible sia il più riuscito.
Ethan Hunt (Cruise) e i suoi fidati amici sono stati messi al bando dalla CIA, in quanto considerati dal suo direttore (Baldwin) un gruppo indisciplinato, senza regole, che ottiene risultati più per fortuna che per meriti. Eppure solo l’IMF e Hunt si dimostrano in grado di fermare il “Sindacato”, un’organizzazione misteriosa che punta a destabilizzare l’equilibrio mondiale.
Cos’è il Sindacato? Non vogliamo fare spoiler, diciamo solo che è il classico esempio di “serpe in seno”. Nel corso del film, come da copione, si finisce per non capire bene chi sia il buono e chi il cattivo.
Generalmente il punto debole dei film di questo tipo è la pochezza del testo, che si perde sullo sfondo lasciando alla spettacolarità delle immagini il compito di colmare le lacune narrative. Ebbene in questo caso la sceneggiatura si rivela ben scritta, fluida, divertente, capace di regalare spunti interessanti e sorprendenti che tengono alta e quasi costante l’attenzione dello spettatore.
Certo, Tom Cruise sembra ascendere, scena dopo scena, al ruolo di novello Super Man, ma nonostante questo non eccede mai, regalando al pubblico sorrisi e pathos.
Un film basato comunque sull’adrenalina e sull’azione, dove non c’è spazio nemmeno per respirare, tra inseguimenti, combattimenti e sparatorie che rappresentano il vero fil rouge del racconto.
Il mix di action, humor, effetti speciali risulta ben dosato, non eccessivo, grazie a una regia sapiente, attenta a non strafare. La nave viene fatta attraccare in porto senza perdersi, mantenendo sempre alto il pathos, nonostante il film risulti forse un po’ tropo lungo.
Come accennavo all’inizio della recensione, non sono cresciuto con Tom Cruise come idolo né ho mai sognato di essere un Top Gun, ma l’attore americano si conferma anche questa volta versatile, poliedrico e, lode al suo preparatore, anche un ottimo atleta, riuscendo a rendere il suo personaggio umano e simpatico, pur essendo quasi un super eroe.
Menzione speciale per Simon Pegg nel ruolo dell’amico del protagonista Benji: non sarà il prototipo dell’uomo attraente, non sarà atletico, eppure non sfigura nelle scene condivise con Cruise. Anche se nessuno può contestarne la bellezza, Rebecca Ferguson, invece, non convince fino in fondo. Deludente e scontato, invece, il “villain” interpretato da un anonimo Sean Harris.
Il finale è pirotecnico e ricco di colpi di scena, e ciò nonostante è forse la parte del film che convince meno – magari perché è quella più prevedibile.
Nella vita niente è impossibile e se qualcuno avesse anche un solo dubbio a riguardo, si goda un pomeriggio con Cruise/Hunt e ogni perplessità verrà spazzata via. Alla prossima puntata?
Il biglietto da acquistare per “Mission Impossibile: Rouge Nation” è: 1)Neanche Regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.