Un film di Claudio Bonivento. Con Claudia Gerini, Francesco Venditti, Mirko Frezza, Francesco Pannofino, Rodolfo Laganà. Biopic, 107′. Italia 2019
Da cronista dell’edizione romana di “La Repubblica”, Federica Angeli prende in mano la sua vita e decide di usarla, senza risparmio, in una causa civile: la lotta ai clan mafiosi che infestano Ostia. La sua arma è – e sarà sempre – la penna. Il film racconta le tappe della sua sfida alla malavita, iniziata nel 2013 e non ancora finita, senza mai dimenticare la sua dimensione di donna, madre e moglie: il coraggio e la paura, la solitudine e la solidarietà, la disperazione e l’entusiasmo per una battaglia combattuta a viso aperto.
Esattamente un anno fa, il 6 giugno 2018, si apriva il maxiprocesso contro membri e presunti affiliati del clan Spada a Ostia. Dopo la maxi-retata del 26 gennaio, che portò una trentina di persone in carcere, sul banco degli imputati comparivano in 27, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, usura, e estorsione.
Un ruolo di primo piano in questa storia lo ha ricoperto la giornalista Federica Angeli che, dal 2013, ha portato avanti una lotta alla malavita attraverso le pagine de “La Repubblica”, quotidiano per cui scrive.
“A mano disarmata”, il film di Claudio Bonivento con Claudia Gerini, ispirato all’autobiografia della Angeli, racconta una storia vera e necessaria di ordinario eroismo italiano, modificando e romanzando soltanto alcuni passaggi. Purtroppo non bastano buona volontà e giusti ideali di fondo, per realizzare un grande film.
La regia di Bonivento è piuttosto essenziale e non sempre efficace, la sceneggiatura ricorda più una sitcom Rai che un lungometraggio cinematografico (colpevolmente poco lo spazio dedicato alla città di Ostia, che finisce per rimanere sullo sfondo e scomparire quasi).
Claudia Gerini fa del suo meglio per assimilare le movenze, le paure e il coraggio di Federica Angeli, moglie, madre e giornalista che tenta di percorrere la strada della giustizia nonostante questa sia impervia e pericolosa, ma viene limitata dalla sceneggiatura.
Didascalico e con momenti thriller gestiti in modo non adeguato, “A mano disarmata” è apprezzabile per il suo messaggio, per il suo essere un film di impegno civile. Purtroppo la resa cinematografica non è all’altezza.