Tornano insieme alla Biennale di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre, per la 13° edizione, le Giornate degli Autori, meglio note come Venice Days.
Sezione autonoma e indipendente della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, le Giornate sono ormai una realtà strutturale nel più antico festival cinematografico del mondo, affiancando da sempre alla selezione del cinema indipendente di qualità una fitta attività di ricerca, incontri e dibattiti che hanno il loro fulcro nella Villa degli Autori.
Quest’anno Venice Days si tinge di rosa, con uno sguardo internazionale, una selezione di prime mondiali e internazionali e una speciale attenzione all’Europa, grazie anche alla partnership con il Parlamento europeo per il progetto 28 Times Cinema e il Premio LUX.
“Il segno forte di questa selezione – osserva il delegato Giorgio Gosetti – è la creatività femminile che attraversa la gran parte dei film che abbiamo visionato e la maggior parte di quelli selezionati. È la conferma di quell’attenzione all’universo femminile che ormai da anni abbiamo posto al centro della nostra ricerca, ma è anche un segno forte di vitalità e ringiovanimento dell’arte cinematografica che, non a caso, si conferma nell’eccezionale numero e qualità di opere prime e seconde in cui crediamo”.
Sono 20 le nazionalità rappresentate, 7 le opere prime, 7 le autrici, 3 i film italiani realizzati con il contributo del MiBACT. Per il Venice Days Award, premio assegnato da una giuria di giovani europei appassionati di cinema guidati dal regista canadese Bruce LaBruce, si sfideranno in 11.
Molti dei generi più popolari del racconto per immagini saranno rappresentati in questa selezione, sia pure sotto l’emblema forte dell’originalità espressiva: il documentario (The war show), il racconto di formazione (Heartstone e Polina), il melodramma (Indivisibili e Pamylia Ordinaryo), il suspence thriller (Hounds of love), il western (Pariente), il road-movie (The road to Mandalay), senza dimenticare il dramma familiare declinato in chiave realista (La ragazza del mondo), grottesca (Quit staring at my plate), memoriale (Sami blood).
Dalla Siria alla Bolivia, dalla Svezia all’Asia, i grandi temi della politica e del disagio sociale corrono come vene scoperte o sotterranee in molti dei titoli della selezione; ma una volta di più è l’individuo singolo a combattere contro la crudezza del destino e della società, segno di uno smarrimento senza facili soluzioni consolatorie che caratterizza questo momento delle nostre civiltà.
Anche per questo contrasto drammatico e per la forza devastante di una realtà che non è mai semplice spettacolo, l’apertura delle Giornate 2016 è riservata all’emozionante video-diario dal cuore della Siria “The war show” del danese Andreas Dalsgaard e della siriana Obaidah Zytoon.
Gli eventi speciali, che quest’anno caratterizzeranno anche alcune delle serate alla Villa degli Autori, sono presentati fuori concorso per i temi, i motivi e il carattere che mettono in luce e che alimentano la riflessione e il dialogo tipici delle Giornate.
Così è per la prima co-produzione ufficiale tra Italia e Cina, “Coffee” di Cristiano Bortone, a completare una serie di iniziative dedicate al dialogo tra le due culture che prosegue anche quest’anno con la terza edizione del China Film Forum; così è per i dialoghi sulla fede, l’accoglienza, l’umanità che accomunano le riflessioni di due artisti molto diversi come Giorgio Pressburger (Il profumo del tempo delle favole) e Pippo Delbono. Così è per i ritratti di due icone della trasgressione come “Rocco” di Thierry Demaiziere & Alban Teurlai, ritratto di una delle porno star più famose al mondo, e “You never had it” di Matteo Borgardt, conversazione venuta dal passato con lo “scandaloso” Charles Bukowski.
La serie degli eventi speciali si completa con il gemellaggio con il Tribeca Film Festival, che ogni anno porta alle Giornate uno dei suoi titoli in anteprima internazionale (“Always shine” di Sophia Takal), i film brevi della serie Women’s Tales firmati quest’anno da due autrici, Naomi Kawase e Crystal Moselle, un film-sorpresa che verrà annunciato in seguito così come il film di chiusura dell’edizione 2016.
“Mitica, seducente, mutante, inquietante è quest’anno la Sirena – dice Giorgio Gosetti -, l’immagine simbolo della XIII edizione delle Giornate: un omaggio alla femminilità e al mare che di Venezia sono l’origine; ma anche a quella dimensione inafferrabile e unica che è dell’arte e dell’invenzione umana. Noi non siamo sirene, ma per la loro sopravvivenza ci battiamo”.