Un film di Leyla Bouzid. Con Sami Outalbali, Diong-Kéba Tacu, Mathilde La Musse, Aurelia Petit, Mahia Zrouki. Drammatico, 102′. Francia 2021
Ahmed, 18 anni, francese di origine algerina, è cresciuto nei sobborghi di Parigi. All’università incontra Farah, una giovane tunisina piena di energia, appena arrivata in città. Mentre scopre una letteratura araba sensuale ed erotica di cui ignorava l’esistenza, Ahmed si innamora perdutamente di Farah ma, sebbene letteralmente sopraffatto dal desiderio, cerca di resistere.
In amor vince chi fugge, recita il detto. Ma quando si tratta di sentimenti – e di passione – resistere e far prevalere la parte razionale di noi è alquanto complicato. Molto più semplice gettare gli ormeggi e farsi travolgere.
Eppure c’è chi prova a contenersi, a mettere una barriera. Per inesperienza, timidezza, o semplicemente per paura di essere felici.
Come il protagonista di “Una storia d’amore e di desiderio” (Une histoire d’amour et de désir) di Leyla Bouzid, film di chiusura della 60° edizione della Settimana della critica di Cannes. Una commedia generazionale poetica, intensa, vibrante ma anche divertente.
La Bouzid firma una sceneggiatura scorrevole, elegante, colta ma allo stesso tempo calda e sincera nel mostrare i turbamenti emotivi del giovane protagonista.
Ahmed è un ragazzo serio, studioso, molto timido nell’esprimere le proprie emozioni. Così quando si ritrova, quasi causalmente, a frequentare un corso di poesia erotica araba si sente fuori posto. È tentato di cambiare corso, se non fosse che è stato sufficiente uno sguardo per rimanere folgorato dalla collega Farah.
Un colpo di fulmine, insomma, e ricambiato, ma mentre lei si dimostra subito pronta a portare l’attrazione dal piano mentale a quello fisico, lui vede il bruciare le tappe come qualcosa di impensabile, e poco dignitoso. Eccoci allora davanti a una storia di seduzione “al contrario”, dove l’uomo è incerto se concedersi o meno mentre la donna è impaziente e stanca di aspettare.
Ma andando oltre le apparenze, e le letture semplicistiche del testo, si percepiscono le fragilità di questo ragazzo impegnato a costruirsi con tutte le sue forze un futuro ma impreparato a confrontarsi con le sue emozioni.
Per alcuni aspetti “Una storia d’amore e di desiderio” mi ha ricordato il celebre “Un cuore in inverno” di Claude Sautet del 1992, con protagonista Daniel Auteuil, anche se ovviamente qui siamo davanti a una versione aggiornata e post-adolescenziale della storia.
Ahmed si irrigidisce, diventa freddo e distaccato quando Farah tenta di avvicinarsi. E qualcuno potrebbe chiedersi quanto sia credibile, oggi, un 18enne così restio al sesso e all’intimità con una bella coetanea. A mio avviso molto credibile. Perché il web può offrire molto in termini di conoscenza, ma niente può sostituire l’esperienza sul campo.
Sami Outalbali è credibile e naturale nel ruolo Ahmed, alternando con bravura momenti di fastidiosa sicurezza ad altri di tenero imbarazzo. Insieme a Zbeida Belhajamor (non solo bella ma carismatica) forma una coppia ben assortita, capace di far sorridere ed emozionare al momento giusto.
Puoi fingere di essere sordo ai richiami d’amore e rifuggire la vita di coppia. Ma alla fine il cuore finirà (quasi) sempre per avere la meglio. E il finale è una bellissima cartolina in cui allo spettatore non servono parole per poter sorridere di felicità.