Uno spettacolo teatrale di Michael Cooney, traduzione di Maria Teresa Petruzzi, adattamento e regia di Emilia Miscio. Con Simone Giulietti, Massimo Sconci, Claudio Bianchini, Alessandro Coppola, Letizia Floreani, Flaminia Grippaudo, Emiliano Pandolfi, AlbaMarina Dei, Alessandro Boni, Paola Moscelli.
Al teatro San Genesio di Roma fino al 20 marzo
La disoccupazione è una grave piaga sociale dei nostri giorni. Quando a quarant’anni ci si trova senza lavoro, con una famiglia da mantenere, le possibilità sono essenzialmente due: deprimersi o ingegnarsi.
Ogni giorno leggiamo sui giornali storie tragiche di uomini e donne disperate perché inattive da lungo tempo, persone che preferiscono l’atto estremo, non sopportando più la tragica condizione di disoccupato.
Come dicevo, c’è anche chi alle avversità e alla sfortuna reagisce con creatività e furbizia. Come? Facendo proprio il motto: se lo Stato non mi aiuta a reinserirmi nel mondo del lavoro, allora sarà lo Stato stesso a mantenermi, grazie alle magnane della pubblica amministrazione.
Da questa idea brillante e caustica è nato il testo di Michael Cooney, Pagamento alla consegna, che raccontare in modo ironico e con toni da commedia un dramma attuale e moderno qual è la penuria di posti di lavoro.
Si può vivere di sussidi per una vita? Sì può ingannare l’Inps recependo pensioni d’invalidità emesse per altre persone? Lo spettatore italiano, dall’alto della sua esperienza, con amarezza, risponderà di sì. La sorpresa è che l’arte dell’inganno e della truffa è insita anche nell’inglese medio, capace di diventare all’occorrenza un Totò in salsa britsh, e mettendo in scena una commedia degli equivoci forte e al contempo divertente.
Lo spettatore entra nella casa di Eric, apparentemente un lavoratore normale presso un’azienda e felicemente sposato, ma basta poco per capire che la realtà è molto diversa. L’uomo, infatti, è stato licenziato da due anni e non trovando un altro impiego ha escogitato un modo per vivere sulle spalle dello Stato, ricevendo numerosi sussidi per sé e i suoi fantomatici coinquilini. Si sa che una bugia tira l’altra e può capitare di ritrovarsi, quasi senza accorgersene, ad aver costruito un castello di carte praticamente fuori controllo.
Emilia Miscio, con coraggio e bravura, ha scelto di mettere in scena lo spettacolo mantenendo l’impianto narrativo originale, puntando su un cast giovane e di talento. Personalmente avrei gradito maggiore coraggio nell’italianizzazione del testo che aveva delle buone potenzialità, ciò nonostante la visione di “Pagamento alla consegna” è gradevole e divertente, anche con l’ambientazione inglese.
Lo spettacolo è tutto costruito sul tourbillon di equivoci e gag tra i personaggi che appaiono progressivamente in scena, e che creano volutamente confusione e caos, ma il tutto è ben diretto e sostenuto da un discreto ritmo.
Il testo è agile, fresco, brillante, dà agli attori l’opportunità di mettere in luce le proprie doti recitative e la vis comica e riusce nel contempo a creare una buona empatia con il pubblico.
Sarebbe stato magari opportuno asciugare lo show in alcuni parti, per dargli maggiore verve e scioltezza nei tempi e ritmi, ma nel complesso è l’occasione per trascorrere una piacevole serata a teatro.
Il finale risolutore concede allo spettatore un bel sorriso pieno e la consapevolezza che, fintanto che l’uomo avrà dalla sua l’ingegno, non sarà mai detta l’ultima parola.