Dopo le due messe in scena al Teatro Vascello del 4 e 5 giugno si è chiusa il 6 luglio al Teatro India di Roma l’avventura 2018 di “Rock Symphony” lo spettacolo diviso in quattro tempi, come una sinfonia romantica, unico nel suo genere.
I più famosi pezzi rock degli anni ‘70 – ’90, dai Queen ai Nirvana, dai Radiohead agli U2, sono riarrangiati in chiave sinfonica dal maestro Vincenzo De Filippo ed eseguiti dagli oltre 40 elementi del coro More than Gospel e da un ensemble di 10 musicisti. Un po’ come se Brahms, Beethoven e Tchaikovsky avessero incontrato Frank Zappa, Freddie Mercury e Kurt Cobain nell’Aldilà.
“Quest’anno abbiamo aggiunto dei pezzi più sinfonici rispetto a Rock Symphony 2017 – ha spiegato De Filippo. – Lo spettacolo è cresciuto rispetto all’anno scorso ed è cresciuto anche il coro More than gospel. Abbiamo lavorato bene durante tutto l’anno. Ho avuto la massima disponibilità da parte dei coristi, c’è chi ha cantato poco dopo aver subito un’operazione al ginocchio, chi nelle ultime fasi della gravidanza, e questo entusiasmo per me è motivo di grande orgoglio”.
Per il 2019 sono già tre le date in programma al Vascello, ma il direttore d’orchestra Vincenzo De Filippo deve ancora sciogliere gli ultimi dubbi – continuare con i riarrangiamenti di celebri brani rock oppure concentrarsi su rock e soul, seguendo una linea che già darà i primi frutti entro la fine dell’anno?
“A dicembre riprendiamo col gospel – ha dichiarato il direttore d’orchestra -, con un concerto nella cattedrale di Sutri e un secondo per l’associazione A.PRO.T.I.ON. onlus (Associazione per il PROgresso della Terapia Intensiva Oncoematologica) della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Cerchiamo per quello che possiamo di dare un contributo anche nel sociale”.