Non solo Pokemon: quando la caccia è al libro nascosto

di Francesca Bottarelli

 

Testa china, smartphone alla mano, sguardo concentrato sul display: è questo l’identikit del giocatore di Pokèmon Go, la app ispirata all’omonimo cartone animato giapponese che si avvale della tecnologia della realtà aumentata, che ha spopolando in tutto il mondo quest’estate.

Mentre la caccia ai 151 Pokemon ha appassionato milioni di persone, tra nostalgici della serie e nuovi fan, c’è anche chi ha pensato di proporne una nuova versione, più culturale. L’idea è venuta alla preside di una scuola belga, Aveline Gregoire, giocando con i figli. Protagonisti di questa derivazione? I libri, naturalmente.

caccia al libro, Facebook

Per dare una seconda vita ai moltissimi volumi della sua biblioteca e al contempo ottenere spazio per acquistarne di nuovi, Aveline ha organizzato una grande caccia al tesoro virtuale tramite Facebook. Dopo aver fondato il gruppo “Chasseurs de livres” (cacciatori di libri), la preside ha proposto agli appassionati, dopo aver nascosto un libro, di postare online fotografie e indizi sul luogo prescelto, così da permettere ad altri di trovarlo.

Poche semplici regole per partecipare. I libri nascosti devono essere contenuti in buste protettive, così da essere al riparo dalle intemperie. Compito dei “cacciatori” è seguire gli indizi per trovare il tesoro, ma dopo aver catturato il libro e averlo letto questo deve essere rimesso in libertà, ovvero nascosto in un posto diverso, così che altri possano trovarlo.

Dalle favole per bambini ai romanzi contemporanei, oggi i libri di cui si parla sul gruppo Facebook – che conta quasi 80mila iscritti – sono tantissimi, così come i luoghi in cui sono nascosti, che non interessano più soltanto Bruxelles e dintorni.

Il prossimo passo potrebbe essere la creazione di una app dedicata alla caccia al libro, simile a quella di Pokemon Go, così da permettere a tutti di cimentarsi in quest’avventura virtuale e culturalmente stimolante.





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