Un avaro impenitente, tanto insensibile allo spirito delle feste da decidere di passare da solo la vigilia di Natale. Una notte magica dove al suddetto avaro sarà data la possibilità di rivedere le sue convinzioni.
Sono gli ingredienti per una delle storie “festive” più famose di tutti i tempi, “Canto di Natale” di Charles Dickens. Dal racconto sono stati tratti diversi adattamenti, animati e non, ultimo in ordine di tempo “Dickens – L’uomo che inventò il Natale” del 2017.
A questa storia edificante e dall’atmosfera fortemente festiva, nella sua duplice veste di testo scritto e pellicola, è dedicato il nostro appuntamento con “Libri al cinema” versione Young, l’ultimo per questo 2018. Ci rivediamo nel 2019 con i romanzi che hanno preso la strada del grande schermo.
IL LIBRO
Il vecchio e tirchio finanziere Ebenezer Scrooge viene visitato nella notte di Natale da tre spettri – i fantasmi del Natale passato, presente e futuro – che lo indurranno a un cambiamento radicale, a una conversione…
Il racconto unisce all’atmosfera natalizia e all’andamento da favola una profonda critica alla società contemporanea, in modo particolare per ciò che riguarda l’analfabetismo e lo sfruttamento minorile.
Una curiosità: al personaggio di Scrooge si è poi ispirato Walt Disney per ideare il suo avaro degli avari, il mitico Paperon de’ Paperoni.
IL FILM
Da “Canto di Natale” sono stati tratti diversi adattamenti nel corso degli anni, per il grande e per il piccolo schermo. Ricordiamo, tra gli altri, il cortometraggio d’animazione del 1983 con protagonisti Topolino e i suoi amici, diretto da Burry Mattison, e il recente “Dickens – L’uomo che inventò il Natale” che si concentra sulla figura dello scrittore e su come arrivò a mettere mano al suo racconto.
Nel 2009 è uscito al cinema “A Christmas Carol” di Robert Zemeckis con Jim Carrey protagonista nel ruolo di Scrooge, dello Spirito del Natale passato, presente e futuro. Il film è stato realizzato in 3D utilizzando la tecnica della motion capture, una tecnologia che permette di riprendere gli attori con cineprese computerizzate che spaziano a 360° gradi per poi trasformarli in personaggi da animazione.