“Jalna”: recensione del romanzo di Mazo de la Roche edito da Fazi

Il primo capitolo della saga della famiglia Whiteoak, ambientata in Canada, tra passioni, odi e amori

Torna oggi in libreria, in una nuova edizione edita da Fazi, Jalna” di Mazo de la Roche, il primo romanzo della saga della famiglia Whiteoak, ambientata in Canada, che a partire dagli anni Venti ha conquistato generazioni di lettori, e consacrato la sua autrice come una delle più interessanti voci internazionali di inizio Novecento.

I Whiteoak, famiglia di origini inglesi, risiedono a Jalna, una tenuta nell’Ontario che deve il suo nome alla città indiana dove i due capostipiti, il capitano Philip Whiteoak e la moglie Adeline, si sono conosciuti. Molto tempo è trascorso da quel fatidico primo incontro.

Oggi – siamo negli anni Venti – l’indomita Adeline, ormai nonna e vedova, tiene le fila di tutta la famiglia mentre aspetta con ansia di festeggiare il suo centesimo compleanno insieme a figli e nipoti: a partire dal piccolo Wakefield, scaltro come pochi, infallibile nell’escogitare trucchi per non studiare e sgraffignare fette di torta, fino al maggiore, Renny, il capofamiglia, grande seduttore che nasconde un animo sensibile.

La vita a Jalna scorre tranquilla, fino a quando due nuore appena acquisite arrivano a scombussolarne gli equilibri: la giovanissima Pheasant, figlia illegittima del vicino, il cui ingresso in famiglia è accolto come un oltraggio, e la deliziosa Alayne, americana in carriera che, al contrario, con la sua grazia ammalierà tutti, specialmente gli uomini di casa…

Jalna” conquista per il suo essere un’opera “multistrato”, semplice saga familiare all’apparenza, ma con tutta una serie di tematiche nascoste per il lettore capace di coglierle. Si parla di famiglia, di amori e tradimenti ma soprattutto delle debolezze e dei turbamenti dell’essere umano, argomento sempre di stretta attualità.

E il bello è che Mazo de la Roche lo fa con uno stile ironico ma delicato al tempo stesso, prendendo sempre un po’ in giro – per quanto bonariamente – i suoi personaggi. A partire dalla matriarca dei Whiteoak Adeline, prossima al 100esimo compleanno, riportata sulla pagina con la sua comica irragionevolezza, gli scatti d’ira e i colpi di sonno improvvisi per ricaricare le batterie.

La storia scorre via che è una bellezza, pagina dopo pagina. E alla fine si rimane con la curiosità di sapere cosa sarà successo dopo, visto che il finale arriva in media res e mette ben pochi punti fermi – come si addice a una saga familiare che andrà a coprire un centinaio di anni in tutto. Al prossimo libro, quindi!

 

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