Intervista all’attrice Simona Tabasco

Nella serie "I bastardi di Pizzofalcone", in onda su Rai 1, interpreta l'agente Alex Di Nardo

Nata a Napoli nel 1994, Simona Tabasco si è avvicinata al mondo della recitazione già da bambina. A soli 20 anni si è aggiudicata il premio come migliore attrice al Gala del Cinema e della Fiction, interpretando Tea Perez nel film di Edoardo De Angelis “Perez”.

La giovane attrice napoletana non è un volto nuovo per i telespettatori. L’abbiamo conosciuta, infatti, nella seconda e nella terza stagione di “Fuoriclasse“, fiction ambientata a Torino con Luciana Littizzetto. Simona Tabasco era Aida, studentessa del Caravaggio che ha fatto battere il cuore a Michele, figlio della professoressa Passamaglia.

In “È arrivata la felicità“, sempre in onda su Rai 1, Simona veste invece i panni di un’estetista napoletana decisamente eccentrica, Nunzia Esposito, detta Nancy. Madrina al Roma Fiction Fest e protagonista anche di due cortometraggi, Simona Tabasco è tornata su Rai 1 nel 2017 con la serie “I bastardi di Pizzofalcone“, attualmente in onda con la seconda stagione.

Conosciamo meglio questa promessa del panorama italiano nella nostra intervista.

 

Ciao Simona, è un piacere averti su Parole a Colori. Iniziamo parlando un po’ di te. Come descriverebbe Simona Tabasco, l’attrice Tabasco?

L’attrice Simona è tenace e determinata ma anche impaziente.

Appena 21enne, hai già alle spalle delle esperienze recitative importanti. Hai sempre sognato di fare l’attrice? Da bambina Simona sarebbe voluta diventare…?

Il cinema mi ha sempre affascinato, ma da piccola non ho mai pensato o voluto fare l’attrice. Era un mondo troppo lontano da quello in cui vivevo. Sognavo però tanto: un giorno volevo fare la ballerina , uno la veterinaria, e poi ancora l’architetto e infine la stilista.

Il pubblico ti ha conosciuta grazie alla fortunata fiction, ambientata a Torino, “Fuoriclasse”. Prima di tutto ti chiediamo, com’è stato lavorare con Luciana Littizzetto?

A dire la verità io e Luciana ci siamo incrociate poco sul set, se non quando giravamo scene di gruppo in classe. Penso che sia una persona fantastica; l’ammiro molto per com’è.

Il tuo personaggio, Aida, era una ragazza di origine musulmane che faceva innamorare il figlio della professoressa Passamaglia (Luciana Littizzetto). Com’è stato ricoprire questo ruolo?

È stato interessante. Ho girato insieme a delle ragazze veramente musulmane che mi hanno insegnato a indossare in modo corretto il velo. Lo chiamo così di proposito, perché a seconda delle città o delle regioni il nome cambia, e anche il modo di indossarlo.

Nel 2014 hai vinto il Nastro d’argento come migliore esordiente per il film drammatico “Perez”. Com’è stata, dal punto di vista professionale e personale, questa esperienza?

“Perez” mi ha cambiato letteralmente la vita. Ci tengo a dirlo, perché dopo quell’esperienza sono cambiate tante cose, e anche Simona è cresciuta. Credo sia stato proprio lì, sul set del film, che ho iniziato a volere fortemente fare l’attrice. Ho scoperto che il cinema è una magia, capace di trasformare le tue giornate e quelle degli altri. Quando mi hanno chiamato per dirmi che avrei dovuto ritirare il Premio Biraghi pensavo fosse uno scherzo.

Dopo il cinema, il ritorno alla fiction. In “È arrivata la felicità” interpreti il personaggio di Nunzia Esposito, detta Nancy, un’estetista napoletana decisamente eccentrica e sopra le righe. Provenienza geografica a parte, quanto ti sente vicina (o lontana) al suo personaggio?

Questa è una domanda che mi hanno fatto in molti, e sicneramente mi sento di rispondere sempre allo stesso modo. Nunzia mi ha insegnato che la vita va presa alla leggera e che bisogna sempre restare fedeli a se stessi. Proprio come fa lei.

Hai già provato entrambi i set, cinematografico e televisivo. Ce n’è uno dove ti senti più a tuo agio? E i ritmi di lavoro sono molto diversi?

I ritmi sono diversi, ma io riesco ad adattarmi facilmente. Per adesso non posso dire di avere un preferito. Mi piace lavorare sia per la tv che per il cinema, l’importante è che ci sia un ambiente stimolante. Perché non riesco proprio a lavorare se non ‘amo’.

Cinema, televisione, due cortometraggi. Di recente sei stata anche madrina al Roma Fiction Fest. C’è un ruolo in particolare che sogni di interpretare?

Mah, mi piacerebbe far parte di un film d’azione oppure di fantascienza, dove ci siano tanti effetti speciali e si lavori in Green. Sarebbe divertentissimo.

E qualcosa invece che non faresti mai?

Credo nulla.

Alcuni personaggi famosi hanno difficoltà a vivere una vita normale, per via della fama, altri invece continuano come nulla fosse. Come gestisce Simona Tabasco la sua popolarità? Puoi ancora prendere un caffè al bar senza problemi?

La fama fine a se stessa è una cosa che non mi interessa, ma se il successo deriva da un lavoro ben fatto credo sia prima di tutto una soddisfazione personale. Per quanto riguarda i caffè, non ne bevo molti.

 

Grazie a Simona Tabasco per essere stata con noi. E in bocca al lupo per i progetti futuri.

 

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