Avevamo parlato con Patrizia Rinaldi nel 2019 (qui l’intervista completa), della sua produzione per adulti e per ragazzi ma anche e soprattutto della poliziotta ipovedente Blanca, nata dalla sua penna e protagonista, per adesso, di quattro romanzi editi da E/O.
Adesso la scrittrice napoletana e il suo personaggio sono pronte per un nuovo capitolo di questa bella storia: la serie “Blanca”, con protagonista Maria Chiara Giannetta (Don Matteo), debutterà infatti su Rai 1 il 22 novembre.
Cinque anni di lavorazione, una squadra di consulenti, tra cui figura il maestro Andrea Bocelli, e l’utilizzo di una tecnica di registrazione del suono, chiamata olofonia, che permette di riprodurre i rumori d’ambiente proprio come vengono percepiti dall’orecchio umano, per un’esperienza di ascolto innovativa nell’ambito delle serie tv. Ma anche interessanti novità narrative, come il cambio di ambientazione da Napoli e Genova.
Di tutto questo abbiamo parlato con l’ideatrice del personaggio di Blanca, la scrittrice Patrizia Rinaldi, nella nostra intervista.
Ciao Patrizia, è un piacere averti di nuovo con noi su Parole a Colori.
Prima di tutto, come ci si sente a vedere un proprio personaggio scelto per essere adattato per il piccolo schermo? Sei emozionata per il debutto di “Blanca” su Rai1 – dopo che la serie è passata anche alla Mostra del cinema di Venezia?
Sono entusiasta, ho vissuto tutta la preparazione della serie come un’avventura emozionante. La mia referente della Lux Vide e l’agente cinematografico e televisivo sono stati particolarmente disponibili nel tenermi aggiornata.
Quanto e in che modo sei stata coinvolta nel progetto, che ricordiamo è molto innovativo e si è avvalso, tra gli altri, della collaborazione del maestro Andrea Bocelli?
Non ho partecipato alla sceneggiatura, ma ho avuto da subito piena fiducia nel valore professionale del gruppo di lavoro di una delle più importanti Case di produzione internazionali [la Lux Vide, ndr] che hanno sede in Italia.
Come valuti la scelta di Maria Chiara Giannetta per il ruolo della protagonista? Blanca la immaginavi così, quando l’hai scritta?
Sono molto legata al personaggio di Blanca e le ho dato vita attingendo a un immaginario privato. Non ho scritto pensando a una eventuale trasposizione cinematografica o televisiva, perciò durante le stesure dei romanzi ho rivisto volti e caratteristiche non riferibili ad alcuna attrice nota. Maria Chiara Giannetta, però, ha saputo portarmi con lei, grazie al talento e alla credibilità della sua arte.
E per ciò che riguarda la scelta di spostare la città dove si svolge la storia, da Napoli a Genova? Nella precedente intervista avevamo parlato dell’importanza dell’ambientazione, del suo senso (anche legato al tuo vissuto), quindi confesso che leggere di questo spostamento in Liguria mi ha lasciata un po’ interdetta.
La sfida è stata proprio questa: rendere Blanca autonoma anche rispetto all’ambientazione originaria, che pure mi sta tanto a cuore. Insomma capire se la tenacia di Blanca avrebbe assorbito in sé il cambiamento: a mio avviso il trasferimento è riuscito molto bene. D’altra parte il personaggio che descrivo nei romanzi è capace di adattamento. Sa cambiare. Dico sempre che solo i libri sono fedeli ai libri e che un autore o un’autrice debbano guardare con fiducia all’incontro tra immaginari diversi, tra differenti linguaggi.
A partire da “Montalbano”, la Rai ha puntato molto sul filone dei “gialli letterari italiani” – penso a serie come Rocco Schiavone, I Bastardi di Pizzofalcone o Imma Tataranni, ultima in ordine di tempo – e il pubblico ha premiato questa scelta, in termini di gradimento e seguito. Cos’ha “Blanca” di speciale, per potersi inserire con successo in un panorama già così saturo? Perché pensi che il pubblico dovrebbe dare una possibilità alla serie?
Mi nomini serie di grande successo, che più che saturare hanno arricchito il panorama televisivo con spettacoli di qualità, che sono seguiti da un vasto pubblico. Per quanto riguarda “Blanca” e le sue possibilità, partirei dal dato più semplice: perché è una serie ben fatta, che diverte e fa pensare. Perché ha alle spalle cinque anni di lavoro complesso e tenace, attento. Perché presenta una novità mondiale: la tecnica dell’olofonia. Perché offre in visione il punto di vista di una non vedente. Perché tutti noi, nessuno escluso, ha dovuto resistere nella vita con dei pezzi mancanti e questa serie ci dice che non siamo soli, che è difficile, ma che ce la possiamo fare.
A oggi hai pubblicato quattro indagini con protagonista Blanca – l’ultima, “La danza dei veleni”, nel 2019. Pensi di riprendere in mano il personaggio in futuro?
È in libreria, dal 4 novembre, una nuova edizione E/O del primo “Blanca” con la copertina gentilmente concessa dalla Lux Vide, dalla Rai e da Maria Chiara Giannetta. A breve uscirà un romanzo inedito, a cui ho lavorato con la solita passione e il solito impegno. Non ha dedica, ma durante la scrittura ho pensato con gratitudine a chi ha seguito Blanca con affetto anche prima della bella occasione della trasposizione televisiva.