Harry Potter: 49 cose che forse non sapete sulla serie della Rowling – 2

Curiosità sulle edizioni internazionali, chicche sulla genesi della storia e molto altro

Passano gli anni (il primo libro della serie è apparso sugli scaffali inglesi nel 1997, ndr), ma la Harry Potter mania sembra non conoscere crisi. Tra parchi a tema, nuove edizioni (anche illustrate), gadget di tutti i tipi, film il mago con la cicatrice e la sua autrice continuano a godere di fama e amore incondizionato in tutto il mondo.

Vi considerate dei veri esperti dei sette romanzi della Rowling? Riprendendo un pezzo di Buzzfeed, ecco la seconda parte del post sulle 49 curiosità sui libri che forse non conoscete. Perché c’è sempre qualcosa da imparare, su questo universo magico e sterminato.

Se avete perso la prima parte niente paura, la trovate su Parole a Colori.

 

26. Se Voldemort avesse guardato nello Specchio delle Brame avrebbe visto se stesso “potente più di ogni altro e immortale”.

27. Se invece fosse stata Hermione a guardare, lo Specchio le avrebbe rimandato l’immagine di lei, Ron e Harry “vivi e incolumi dopo la caduta di Voldemort”.

28. Il patronus di Hermione è una lontra, l’animale preferito di J.K. Rowling.

Jim Kay, Hermione e la luce azzurra. Harry Potter e la pietra filosofale

29. Il disegno per la copertina dell’edizione inglese di Harry Potter e la pietra filosofale è stato il primo lavoro in assoluto dell’illustratore Thomas Taylor.

30. Per completare l’illustrazione ci sono voluti due giorni, e Taylor non ha mai voluto una copia rilegata del libro.

31. La Rowling ha deciso che l’Espresso per Hogwarts sarebbe partito dalla stazione londinese di King’s Cross perché i suoi genitori si sono conosciuti su un treno per la Scozia partito da lì.

32. L’autrice ha dovuto informarsi in maniera approfondita su alchimia e folclore, durante la stesura dei romanzi. La Mano della gloria, ad esempio, è ispirata a una leggenda vecchia di secoli.

33. La Rowling ha spiegato che Silente ha potuto vivere più di 100 anni perché “l’aspettativa di vita dei maghi e delle streghe è più lunga di quella dei Babbani”.

Jim Kay, Gufo postino

34. Dumbledore (il nome originale di Silente) è una parola inglese molto antica, che significa “calabrone”. La Rowling ha raccontato di aver scelto questo nome per il suo personaggio perché ha sempre immaginato che l’uomo borbottasse molto tra sé.

35. La Rowling ha dichiarato che nei casi in cui ha voluto dire qualcosa ai lettori ha utilizzato Silente oppure Hermione, il primo perché sapeva praticamente tutto, la seconda perché era plausibile che l’avesse letto da qualche parte.

36. Il termine Babbano (Muggle), che significa una persona senza poteri magici, è entrata nel vocabolario inglese nel 2003.

37. Il bigliettaio e l’autista del Nottetempo – Stan Picchetto ed Ernie Urto – devono i nomi propri ai nonni della Rowling.

38. Nelle prime bozze di “Harry Potter e il calice di fuoco” era presente un personaggio di nome Mopsy Fleabert, scrittrice e amante dei cani, che accoglieva Sirius a casa sua pensando che fosse un randagio.

Jim Kay, Volando sopra la stazione di St. Pancras

39. Nella mitologia greca, Cassandra era una giovane troiana a cui Apollo aveva fatto il dono di predire il futuro. Dopo che la donna rifiutò di assecondare il corteggiamento del dio, però, lui la maledisse: nessuno avrebbe creduto alle sue profezie. La nonna della Cooman porta il nome di Cassandra.

40. La Rowling ha avvicinato la profezia che riguarda Harry e Voldemort a quella pronunciata dalle tre streghe nel “Macbeth” di Shakespeare.

41. Ha anche dichiarato che, nei libri della serie, si è divertita ad alludere qua e là a eventi storici davvero accaduti – non è un caso che il potente Grindelwald sia stato sconfitto da Silente nel 1945.

42. J.K. Rowling ha scritto l’epilogo di “Harry Potter e i doni della morte” indicativamente nel 1990.

43. Secondo l’autrice, la morte di Edvige nell’ultimo libro simboleggia la perdita dell’innocenza da parte del protagonista.

Jim Kay, Ritratto di Albus Silente

44. La Rowling ha anche preso seriamente in considerazione l’idea di uccidere Ron, ma poi ci ha ripensato, decidendo che non poteva fare questo al personaggio.

45. Scrivendo l’epilogo della serie, la Rowling ha vagliato l’idea di far comparire anche Dudley Dursley al Binario 9¾, insieme al figlio dotato di poteri. Ha deciso di non farlo perché “ogni forma di gene magico latente non sarebbe mai potuto sopravvivere al contatto con il dna di zio Vernon”.

46. Il famoso finale della serie – “andava tutto bene” – in origine era tutto diverso. L’autrice ha dichiarato in diverse occasioni, che la parola conclusiva doveva essere cicatrice.

47. La Rowling ha dichiarato che non scriverà mai un prequel della serie perché i lettori non ne hanno bisogno.

48. Ha anche detto che mai e poi mai scriverà un altro romanzo fantasy dopo questi.

49. Comunque, c’è speranza che metta mano a un’enciclopedia del mondo magico, prima o dopo, per “liberarsi di tutti i dettagli che ancora le affollano la mente”.

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