Giada Andolfo: vita da traduttrice freelance, scrittrice e book blogger

Quali generi andranno per la maggiore in futuro? Che libri leggere in estate? Lo abbiamo chiesto a lei

di Tiziana Iaccarino

 

Giada Andolfo è una studentessa di Lingue, letterature e culture moderne, ma ha da sempre una grande passione per i libri e la lettura. Grazie ai suoi studi, legge non solo in italiano ma anche in spagnolo, portoghese, tedesco e inglese.

Giada è una traduttrice freelance, una book blogger molto apprezzata – potete trovarla su Fantasticando sui libri – e anche un’aspirante scrittrice.

Abbiamo parlato con lei di romanzi, aneddoti divertenti e inconvenienti del mestiere di blogger, nella nostra intervista.

 

Ciao Giada, grazie per aver accettato questa intervista. Comincio con il chiederti quando nasci come book blogger.

La mia attività di book blogger è iniziata il 22 marzo 2015, tre mesi dopo che mia cugina aveva aperto il suo blog. Ho iniziato a creare le rubriche durante la lezione di letteratura inglese 3, ricordo che stavamo facendo “Robinson Crusoe” (un classico che a me, purtroppo, non è piaciuto) e ho iniziato a organizzare il blog. All’inizio lo avevo chiamato “Sangue d’inchiostro”, pur mantenendo nell’indirizzo IP “Fantasticando sui libri”. Qualche mese dopo sono rinata nel mio stesso blog, chiamandolo definitivamente “Fantasticando sui libri” e dandogli l’aspetto che ha ora: semplice, elegante, ma d’impatto.

Da dove nasce la tua passione per i libri?

La mia passione è nata grazie a mia nonna, che sin da piccola mi leggeva libri su libri, e si è poi rafforzata alle scuole medie, quando ci hanno portato a visitare la biblioteca comunale. Ricordo ancora quel giorno: prendere i libri dalle mensole, sfogliarne le pagine, annusarne il profumo. È uno dei più bei ricordi che ho, legati al mondo della lettura. Sempre alle medie i professori ci invitavano a tenere una lista dei libri letti con data di inizio e fine e io ero una delle poche che superava sempre le righe nelle quali far stare il titolo del libro e le date.

Blogger, traduttrice, scrittrice, studentessa. Ci racconti la tua giornata tipo? Come riesci a far tutto in sole 24 ore?

Ottimizzo al massimo. Dopo aver fatto colazione mi fiondo a studiare per gli esami e a sistemare la tesi, poi mi dedico alla lettura e leggo anche dopo cena, fino a mezzanotte e mezza o l’una. Di solito prima di mettermi a leggere vado a camminare con il mio cane. Al pomeriggio, invece, mi piace fare un giro in biblioteca.

Genere letterario preferito?

Ammetto che è dura, per me, indicarne solo uno. Io passo continuamente da un genere all’altro. Al momento non ho una sola preferenza ma tre: il fantasy, il dark romance e il thriller.

Secondo te cosa contraddistingue un buon book blogger dalla massa?

Un buon book blogger, secondo me, deve dare sempre un giudizio onesto su ciò che legge. Non deve farsi piacere i libri per forza; è del tutto normale che ce ne siano alcuni che non piacciano, vuoi perché sono stati letti nel periodo sbagliato, vuoi perché toccano parti di noi che non vorremmo venissero nemmeno sfiorate. Inoltre, penso che un buon book blogger debba guardare anche alla forma di un romanzo, non soffermarsi solo sul contenuto, e quindi dare un parere anche sullo stile, sulla scrittura in quanto tale. Alcune mie colleghe non pubblicano recensioni negative, perché hanno paura della reazione dello scrittore. Io le pubblico perché penso che il lettore abbia il diritto di ricevere opinioni sincere. È una questione di onestà nei confronti di chi ti segue.

Di book blogger oggi si inizia a sentir molto parlare anche in Italia, ma secondo te c’è ancora qualche luogo comune da sdoganare?

Noi book blogger siamo ancora poco conosciuti al di fuori di internet, e tanti pensano che semplicemente recensiamo libri e se ne escono con frasi come: “Ti mandano i libri gratis, che bello, non devi nemmeno pagare!”. In realtà non è proprio così. Nel momento in cui tu, blogger, accetti di recensire hai una responsabilità nei confronti dell’autore ma anche del lettore che leggerà i tuoi post. È uno scambio equo.

Poi ci sono quelli che consigliano: “Fatti pagare per recensire”. Mi è stato detto così tante volte che ormai non ci faccio più caso. Il mio essere blogger è una passione, inoltre sono contraria ai blog a pagamento, perché lo trovo scorretto nei confronti degli scrittori.

Infine, c’è chi chiede: “Come va il tuo sito? Lo aggiorni ancora?”. Quando mi fanno questa domanda non so se rispondere cortesemente o sarcasticamente. È ovvio che uno spazio online debba essere aggiornato frequentemente, altrimenti i lettori svaniscono. In ogni caso, penso che la categoria venga ancora sottovalutata.

Le recensioni, come hai appena detto, occupano un posto di rilievo nel tuo blog. Hai mai criticato aspramente un libro? E se sì che metro di giudizio hai usato per farlo?

Mi è capitato tre volte di criticare aspramente un libro, ma il caso che ha fatto più polemica è senza dubbio “Claustrofobia” di Zoe Blac. Il metro di giudizio che ho usato è quello che uso sempre: valuto il contenuto (personaggi, ambientazione, coerenza interna) e lo stile, e segnalo se ci sono errori di qualsivoglia genere o tipo. In quel caso, durante la lettura, sono dovuta andare in cerca del genere (maschile o femminile) dei sostantivi che non corrispondevano con gli articoli, ho trovato poi errori nei tempi verbali e un uso improprio della virgola. L’ho scritto nel mio pezzo. Dire che sono stata messa alla gogna sarebbe riduttivo. E pensare che un link all’interno di quel libro a momenti mi bloccava il Kindle, perché mi ha rimandata a un sito porno russo vietato ai minori di 18 anni.

Ai book blogger, si dice, ne capitano di cotte e di crude. Qualche aneddoto divertente che ti riguarda?

Ho tre aneddoti da raccontare, due belli e uno meno bello. Il primo risale a tre mesi fa, quando, dopo aver finito di fare ripetizioni a un bambino, quest’ultimo ha aperto il quaderno di Italiano e mi ha fatto vedere che la maestra aveva inserito anche i blog nella categoria diari virtuali. Io allora, tutta felice, gli ho detto: “Sai M. che anche io ho un blog? Recensisco libri”. E sua mamma: “Davvero? E come si chiama?” Quindi, abbiamo parlato un po’ del blog. Io e la mamma, perché il bimbo non era troppo entusiasta.

La settimana scorsa, invece, mentre mi facevano l’anestesia per un’operazione, l’infermiera mi ha fatto parlare ed è pure andata su internet a vedere il mio blog, dicendomi che l’avevo incuriosita con la recensione di “The sex tourist”. L’ultimo aneddoto mi riporta invece ai primi mesi da blogger, quando sono stata accusata di essere una raccomandata, perché avevo (e ho) contatti con case editrici. Una cosa allucinante! Ancora adesso mi chiedo perché quella ragazza mi abbia accusata senza motivo…

Il libro che non può mancare quest’estate sotto l’ombrellone?

Come lettura caliente consiglio “Come fuoco sulla pelle”, l’ultimo romanzo di Debora C. Țepeș, un romanzo che vi farà battere forte il cuore e di cui amerete i protagonisti sin dalla prima pagina.

Prima di lasciarci, una previsione. Gli ultimi anni potremmo definirli gli anni dell’erotico, dato il successo di 50 sfumature e affini. Tu quali credi che saranno i prossimi generi di tendenza? Quelli che in futuro si leggeranno di più?

Secondo me saranno due i generi che andranno di moda: il romantic suspense e il dark romance, con le loro sfumature oscure e sensuali.

Grazie a Giada Andolfo per essere stata con noi.

 

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