Federica D’Ascani: “Questa volta mi sono cimentata con le emozioni”

Splendido come il sole di Tulum, Federica D'AscaniDiplomata in lingue straniere, recensore, editor freelance, autrice: di Federica D’Ascani si può dire tutto tranne che non ami mettersi in gioco a 360°, quando si tratta di lavoro.

Come autrice anche ama spaziare: dall’horror al fantasy, dall’erotico alla saggistica, il suo stile e la sua penna sanno adattarsi a tematiche e registri diversi.

Dopo diverse pubblicazioni, anche in self e usando uno pseudonimo, nel dicembre 2014 ha esordito nella collana Youfeel di Rizzoli con il romanzo “L’istinto di una donna”. L’esperienza è stata positiva, e Federica ha deciso di riprovarci, con una storia e un mood completamente diversi.

È un piacere averla qui con noi, per parlare della sua ultima fatica letteraria ma non solo.

 

Ciao Federica. È uscito il 10 luglio per la collana YouFeel di Rizzoli il tuo nuovo lavoro, “Splendido come il sole di Tulum”. Come lo presenteresti al pubblico?
Presentare un proprio libro non è mai semplice, ma dal momento che i miei personaggi sono parecchio intrepidi e facili alla battuta, ho deciso di farmi contagiare… Io da loro – sì, avete letto bene! Può sembrare un’assurdità, ma leggendo il romanzo capirete che non è più folle del proprio ego messo davanti a uno specchio. Il libro è nato in pieno inverno, con l’intento di tenere almeno un po’ alla larga le piogge torrenziali che mi hanno costretta a rimanere in casa, umidiccia e abbastanza contrariatia. Ma se si sogna va fatto per bene, non pensate? Ho voluto dar libero sfogo alla mia vena romantica e scrivendo non a una, ma a ben due storie d’amore – che corrono comunque su binari ben distinti. Una favola, ecco come descriverei con una sola parola “Splendido come il sole di Tulum”; una favola reale da cui prendere spunto magari per vivere meglio e col sorriso sulle labbra il presente.

In quale dei quattro mood – erotico, emozionante, romantico, ironico ndr – della collana si inserisce la tua storia?
Contrariamente al mio solito (nel 2014 ho esordito nella collana cimentandomi nel genere erotico, con un libro particolare, coraggioso, del quale mai mi pentirò), questa volta ho osato con il mood emozionante. È stata una gioia rendermi conto di poter fare altro, di saper scrivere una storia basata sui sentimenti e non solo sulla fisicità, senza comunque rinnegare quella parte di me che tende a vedere il piacere in ogni aspetto della vita.

Amore, un viaggio in Messico alla scoperta di se stessi, storie intrecciate. Un libro perfetto da portare sotto l’ombrellone oppure una lettura che ha anche un messaggio profondo?
Devo dire che “Splendido come il sole di Tulum” si prefigge l’obiettivo di offrire entrambe le componenti al lettore che lo sceglie. Nonostante il linguaggio sia fresco, abbastanza ironico, godibile, i temi trattati non sono per nulla semplici o banali. Si passa dall’omosessualità all’abbandono, dalle differenze razziali alla sempiterna competizione tra Nord e Sud Italia. Ce n’è per tutti i gusti, insomma. Ho cercato però di dosare i diversi elementi, di creare un qualcosa di equilibrato, così da far sì riflettere il pubblico, ma con il sorriso sulle labbra. Spero di esserci riuscita.

Non è la tua prima esperienza con Rizzoli. Possiamo presupporre che ti sia trovata bene?
In effetti sì. L’editore si è dimostrato ancora una volta molto aperto e moderno, sia nell’accettare di divulgare alcune tematiche scottanti, come omofobia e anoressia, sia nel farlo usando un linguaggio che parla alle persone di oggi con le parole di oggi. E poi la collana YouFeel, dopo 12 mesi di vita, ha una propria cifra stilistica riconosciuta e riconoscibile, a partire dalla copertina, colorata e divertente. È solo una piccola parte del prodotto, ma personalmente penso che un buon biglietto da visita, quando si tratta di libri, sia molto importante. L’uniformità di questi romanzi brevi targati Rizzoli credo sia una strategia vincente.

Come autrice hai percorso diverse strade: dal self publishing alla scrittura sotto pseudonimo. C’è un’esperienza che, potendo tornare indietro, non ripeteresti?
Sinceramente no. Tutto ciò che ho fatto fin qui – dalla gavetta nelle piccole case editrici, fondamentale per capire le dinamiche dell’editoria e per comprendere che senza l’umiltà e l’onestà è impossibile andare avanti, passando per il self, fino all’approdo in Rizzoli – mi è servito per crescere come persona, ma anche come autrice e professionista. Sono convinta che per approcciarsi nel modo giusto al bellissimo mestiere dello scrivere lo studio sia fondamentale, non bisogna mai smettere di apprendere e migliorarsi.

E invece qualcosa che rifaresti subito?
Scrivere il mio primo romanzo horror, per ritrovare la curiosità e la gioia vissute la prima volta.

Archiviato questo ultimo romanzo, stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
A dire la verità, i progetti sono tanti. Ho appena terminato la stesura di un romanzo storico molto particolare per la tematica affrontata, ovvero la disabilità. Inoltre sto lavorando a delle sceneggiature per fumetti horror di prossima uscita e ho anche iniziato la stesura di un nuovo romanzo che… be’, dicevamo?


 

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