Un film di Kim Nguyen. Con Joe Cole, Lina El Arabi, Faycal Zeglat, Mohammed Sakhi, Hatim Seddiki. Drammatico, 91′. Canada, 2017
Tra il deserto mediorientale e un oleodotto appare un strano robot a forma di ragno che sembra perlustrare l’orizzonte. Dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, si trova Gordon (Cole), pilota del drone e custode a distanza di sicurezza dell’oleodotto.
Gordon è un ragazzo americano che non è mai uscito dal suo Paese e non ha particolari interessi, ma credeva almeno di aver trovato la propria anima gemella. Invece, all’inizio del film, scopre che la sua ragazza vuole frequentare altri uomini.
L’unico cosa che sembra scuotere Gordon dal torpore emotivo in cui è scivolato è osservare gli spostamenti e la vita di Ayusha (El Arabi), 18enne che ha un amore tenuto segreto alla famiglia, che invece vuole combinarle un matrimonio con un uomo anziano.
Gordon, da spettatore partecipe di questa storia, decide di mettere in gioco se stesso e il suo futuro pur di dare ad Ayusha la possibilità di essere felice.
“Eye on Juliet” è un dramma romantico atipico, dove un drone veste i panni di Cupido e i protagonisti non si vedono, non si toccano e vivono agli antipodi – almeno fino al tenero colpo di scena finale.
Una sceneggiatura semplice, lineare, sincera, capace di coinvolgere lo spettatore con una scrittura fluida e credibile che racconta gli stadi emotivi dei personaggi.
Il film ricorda, come impianto drammaturgico e stilistico, da una parte “Insonnia d’amore” di Nora Ephron, dall’altra il sempre verde “Romeo e Giulietta”.
I due giovani e promettenti attori Joe Coel e Lina El Arabi formano una riuscita e convincente coppia artistica, dimostrando una buona alchimia anche sul piano umano. Due ragazzi da seguire anche in futuro.
“Eye on Juliet” è un film consigliato a tutte le coppie innamorate, magari per il prossimo San Valentino, ma anche a coloro che hanno smesso di credere all’anima gemella, per prendere spunto e allargare gli orizzonti. Perché alla fine basta un drone per essere felici.