“Don’t worry darling”: un thriller psicologico satirico ma prevedibile

Il film di Olivia Wilde con Florence Pugh e Harry Styles racconta una comunità utopica

Un film di Olivia Wilde. Con Florence Pugh, Harry Styles, Olivia Wilde, Gemma Chan, KiKi Layne.
Thriller, 122′. USA 2022

Nell’America degli anni Cinquanta, Alice e Jack sono sposati e raggianti. Con altre coppie felici hanno ‘coltivato’ il deserto californiano e integrato la comunità sperimentale di Victory, cittadina industriale e ridente che alloggia il personale impiegato in un progetto top-secret. Ma quel luogo così perfetto muta presto in incubo per Alice, che ha rotto l’armonia trasgredendo le regole e spingendosi oltre il confine concesso alle mogli. Dietro il paradiso pop e pastello c’è un inferno che Alice cercherà di smascherare.

 

C’era grande attesa a Venezia per “Don’t worry darling”, opera seconda di Olivia Wilde presentato fuori concorso, attesa alimentata anche dall’aura di mistero che ha avvolto il film con Harry Styles e Florence Pugh in queste settimane.

Ambientata in una comunità utopico degli anni ’50, costruita nel deserto della California, la storia esplora la presa di coscienza di una giovane casalinga, Alice Chambers (Pugh), il cui amorevole marito Jack (Styles) va via ogni mattina con gli altri uomini per un lavoro top-secret. Da lei, la società si aspetta solo che resti al suo posto… 

Thriller psicologico satirico abbastanza frenetico, “Don’t worry darling” racchiude in se alcuni elementi di “The Stepford wives”, dove le donne erano bambole progettate per la soddisfazione maschile, e altri di “Get out”.

Il risultato finale è un’opera fluida, ben progettata e girata ma anche prevedibile. Per tutto il tempo ci aspettiamo che succeda qualcosa che ci sorprenda, che ci sconvolga, ma questo, ahinoi, non succede mai.

Lo stile visivo è accattivante grazie alla scenografia di Katie Byron, che allestisce nei dettagli la città di Victory Project, e alla lucentezza delle immagini scelta dal direttore della fotografia Matthew Libatique.

Nel cast brilla Florence Pugh, che con una sicurezza da veterana porta sullo schermo emozioni e consistenze, trascinando anche gli altri. La maggior parte della storia è raccontata attraverso il punto di vista della sua Alice e questo è sicuramente un punto a favore del film, e una delle ragioni per vederlo.

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