“Creatura”: una matrioska sessuale-esistenziale che coinvolge poco

Elena Martín racconta le difficoltà di una giovane donna, ma il risultato è altalenante

Un film di Elena Martín. Con Oriol Pla, Alex Brendemühl, Clara Segura, Elena Martín, Carla Linares. Drammatico, 112′. Spagna 2023

Mila e il suo compagno si stabiliscono in una cittadina della Costa Brava. Dopo un primo litigio, la donna sola nella casa estiva della sua famiglia, rivive alcune esperienze della sua infanzia e adolescenza che la aiuteranno a capire l’origine di ciò che le ha impedito di fare pace con il proprio corpo.

 

Per il sottoscritto è molto difficile recensire “Creatura” di Elena Martín, presentato in anteprima alla Quinzaine 2023, non cadendo in frasi, parole e considerazioni errate e inopportune, di chiaro stampo maschile.

Non è semplice raccontare una pellicola sulle difficoltà sessuali di una giovane donna, probabilmente originate da qualche trauma vissuto da bambina o adolescente. Cercherò di concentrarmi allora sulle note tecniche.

“Creatura” presenta una struttura narrativa divisa in tre linee temporali alternate: la Mila adulta che si trasferisce col compagno; la Mila adolescente che inizia ad avere le prime simpatie amorose e tramite una chat scopre il sesso; la Mila bambina che desidera l’attenzione e l’affetto paterno.

Il dolore fisico della Mila adulta quando inizia un rapporto intimo con il compagno si trasforma ben presto in uno psicodramma, ma la relazione tra i due viene svelata troppo lentamente nell’arco della storia dalla regista, sceneggiatrice e protagonista.

“Creatura” è come una matrioska esistenziale/sessuale che non stimola la curiosità dello spettatore e lo coinvolge relativamente. Una storia di dolore; di una sessualità precoce mal gestita e mal protetta. Ma soprattutto la storia di un chiarimento raggiunto con fatica dalla protagonista, finalmente libera d’essere felice.

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