“Corsage”: un ritratto irriverente e moderno di Sissi 40enne senza posa

Una grande interpretazione di Vicky Krieps, imperatrice schietta, ribelle, inavvicinabile

Un film di Marie Kreutzer. Con Colin Morgan, Vicky Krieps, Finnegan Oldfield, Tamás Lengyel, Alma Hasun. Biografico, 105′. Austria, Francia, Germania, Lussemburgo 2022

Vienna, 1877. Il 24 dicembre l’Imperatrice d’Austria Elisabetta, nota ai più come Sissi, compie 40 anni, un’età che per una donna dell’epoca, soprattutto una nota per la sua avvenenza, segnava l’inizio della fine. Elisabetta è infelice, e non fa nulla per nasconderlo: inscena svenimenti strategici durante le parate ufficiali, coltiva progetti suicidi e si intrattiene con uomini che le riservano quell’attenzione, e quello sguardo, che le nega suo marito, l’Imperatore Francesco Giuseppe, intento a corteggiare ragazze che potrebbero essere sue figlie e disorientato dall’inquietudine della moglie. A nulla valgono le fughe dell’imperatrice lontano da corte, o le richieste dei dignitari affinché mantenga un contegno ufficiale degno del suo rango: Elisabetta si sente soffocare nella sua gabbia dorata e percepisce tutta l’ingiustizia del suo tempo e del suo mondo contro tutto il genere femminile.

 

La figura di Elisabetta di Baviera, imperatrice d’Austria, meglio nota come Sissi, è una di quelle che più ha ispirato l’immaginario collettivo del Novecento. Al suo fascino non si sono sottratti nemmeno registi e sceneggiatori, che l’hanno ritratta in film, serie tv, cartoni animati.

Ben oltre la versione romantica che il pubblico ha imparato ad amare grazie alla trilogia cinematografica degli anni ’50 con protagonista Romy Schneider, Sissi è stata un’eroina tragica, una donna dalle forti problematiche psicologiche, un’anticipatrice dei tempi, anche per ciò che riguarda il rapporto controverso con il proprio corpo e la propria immagine.

La regista austriaca Marie Kreutzer nel suo “Corsage”, già presentato nella sezione Un certain regard all’ultimo Festival di Cannes e adesso in concorso al London Film Festival, ci offre una rivisitazione irriverente e assolutamente apprezzabile del personaggio.

Sissi (Krieps) sta per compiere quarant’anni e per una donna come lei, ossessionata dallo scorrere del tempo, si tratta di un momento topico. Famosa per la sua bellezza, si sottopone da anni a diete e privazioni per mantenere il suo vitino da vespa e l’aspetto impeccabile. Soffocata dal cerimoniale di corte asburgico, ignorata dal marito che le preferisce donne giovanissime, l’imperatrice è incapace di continuare a conformarsi al suo ruolo puramente decorativo e mette in atto disperati atti di ribellione…  

Ricordando pellicole come “Spencer” e “Marie Antoinette”, “Corsage” dà a Sissi una voce moderna, senza preoccuparsi di risultare talvolta eccessivo o anacronistico e anzi, facendo scelte estreme in questo senso – come la bella colonna sonora composta dalla cantautrice francese Camille – per enfatizzare la sua anima.

Un film che non vuole essere un fedele ritratto storiografico quanto piuttosto il ritratto vivo di una donna imprigionata in un ambiente che l’avrebbe voluta silenziosa bambolina ma che non riuscì mai del tutto a spezzare la sua anima ribelle né a negarle una voce (almeno a posteriori). 

In questo senso, iconica la scena dove Louis Le Prince (Finnegan Oldfield), considerato da molti il vero inventore del cinema, chiede ad Elisabetta di poterla filmare. Lei chiede se verrà registrata anche la sua voce, lui dice di no. E alla domanda dell’imperatrice: “Quindi, cosa dovrei dire?” risponde: “Potete dire quello che volete”. Le convenzioni del tempo la volevano muta, lei sceglie di urlare. Un urlo che però resta muto. Ma noi oggi, nel 2022, lo sentiamo in tutta la sua potenza. E questa può essere considerata una piccola vittoria, postuma, per questa donna ribelle. 

Interessante anche la scelta di ricostruire in modo realistico e storicamente accurato gli ambienti di corte, rinunciando però allo splendore, alla maestosità che in genere tendiamo ad associare alla corte asburgica. L’atmosfera è fredda, inquietante; il palazzo è sgangherato, la carta da parati di stacca, i corrimano sono arrugginiti. Proprio come il corpo della protagonista, ciò che la circonda invecchia e cade in rovina. Ma lei, dentro, resta giovane, talvolta persino infantile – tanto che tutti coloro con cui interagisce, compresi i figli, sembrano più maturi.

Se “Corsage” è un film riuscito, parte del merito va anche alla performance di Vicky Krieps, premiata come migliore attrice di Un certain regard a Cannes. La sua Elisabetta è impulsiva, schietta, a tratti inavvicinabile. Non piacerà a tutti (ma questa imperatrice se ne frega, di piacere agli altri!), e non tutti la capiranno, ma difficilmente verrà dimenticata.

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