“Casablanca beats”: quando la rivoluzione si fa a ritmo di musica

Il film di Nabil Ayouch è un ritratto sincero della gioventù del Marocco e dei suoi timori

Un film di Nabil Ayouch. Con Ismail Adouab, Nouhaila Arif, Samah Baricou, Abdelilah Basbousi, Anas Basbousi. Drammatico, 101′. Marocco, Francia 2021

In un quartiere popolare di Casablanca arriva Anas, un ex rapper che ha ottenuto un incarico di insegnamento in una scuola ad indirizzo artistico che ha al vertice una direttrice piuttosto rigida. Anas non ha una casa e dorme in macchina ma in classe si presenta come un docente che non rinuncia a pretendere risultati dagli allievi, pronto anche a trattarli con durezza verbale quando gli presentano esibizioni di hip hop velleitarie.

 

Si può fare musica “alternativa” (che sia rap, hip hop o simili) in Tunisia? I rapper e i giovani che si cimentano possono parlare di tutto oppure ci sono ancora argomenti considerati tabù (come ad esempio la religione)?

“Casablanca beats” del regista Nabil Ayouch, presentato in concorso a Cannes 2021, getta luce sull’argomento, con una storia che è una via di mezzo tra “Saranno famosi” e “L’attimo fuggente”.

Anas (interpretato dal convincente Ismail Adouab) è un ex rapper che viene assunto da un centro culturale dei sobborghi di Casablanca, il Sidi Moumen. Nonostante la sua vita squinternata (l’uomo non ha una casa e dorme in macchina) in classe è severo, rigoroso, tutt’altro che tenero con i suoi giovani allievi.

Eppure proprio con questi metodi pedagogici che ricordano Dr. House riesce a tirare fuori il meglio da ciascuno studente, e soprattutto a conquistarne fiducia e rispetto, dopo l’iniziale e naturale conflitto…

Il film di Ayouch unisce agli spunti generazionali e musicali quelli sociali e politici. I pensieri e le parole dei rapper non possono non colpire lo spettatore e spingerlo a pensare che certo, si può fare la rivoluzione anche con il rap.

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