Quando racconto alle persone che da nove anni a questa a parte trascorro 12 giorni a Cannes per seguire, come inviato, il Festival del cinema, ricevo sempre variazioni della stessa risposta: “Beato te! Chissà che meraviglia vedere dal vivo le star di Hollywood, andare alle feste, partecipare alla kermesse più glamour del mondo!”.
La mia prima reazione è di un gelido silenzio. Il malcapitato di turno, amico, conoscente o sconosciuto che sia, non cogliendo i segni insiste di solito chiedendomi i dettagli più o meno piccanti dei party a cui sarei solito partecipare. Ed ecco che il mio silenzio si trasforma in un ghigno tra l’isterico e il rassegnato…
Oggi, al mio primo giorno sulla Croisette, mentre ero disteso sul letto nell’appartamento che condivido con l’amica e collega Vania Amitrano, accaldato e privo di energie, mi sono reso conto di aver dimenticato di menzionare, in tutti questi anni, un elemento fondamentale per ogni inviato che si rispetti…
Ho parlato dei badge e del classismo nell’assegnazione dei colori, delle prenotazioni on-line e delle file snervanti dal vivo, del sonno perduto. Ho parlato dei cambiamenti, positivi e negativi, introdotti in seguito alla pandemia, delle scelte spesso azzardate del direttore artistico. Ma mi sono colpevolmente dimenticato degli alloggi!
Ecco, la ricerca della giusta sistemazione durante il Festival è probabilmente uno dei punti più spinosi nell’agenda dell’inviato, dal punto di vista economico e mentale. Trovare un posto pulito, logisticamente vantaggioso, e magari anche sostenibile quanto a spesa arrivo a dire che vale più di un “upgrade” del badge.
Ed è qui che si vede la differenza tra l’inviato neofita e il veterano. Il neofita si muove tardi, e deve accontentarsi di quel che capita. Il veterano monitora il mercato immobiliare tutto l’anno, spulcia le offerte su Booking e Airbnb, corteggia le attempate signore di Cannes con la speranza di strappare la promessa di uno sconto per l’anno successivo.
Dimmi dove vivi durante il Festival – appartamento, monolocale, stanza con bagno in comune – e ti dirò che inviato sei!
Tutti sognano la sistemazione spaziosa e indipendente, solo pochi eletti possono averla. Pur di risparmiare qualcosa, un monolocale può arrivare a ospitare “comodamente” anche quattro persone. Ogni divano letto si trasforma in un’opportunità, per chi cerca un tetto solo per pochi giorni.
Discorso analogo per “il vitto”: i ristoranti sono quasi sempre off limits, meglio virare su bistrot e creperie. I più salutisti fanno la spesa, comprando insalate e zuppe. Poi alla fine ci si ritrova quasi sempre a far la fila da McDonalds.
Tutti vogliono andare a Cannes. Tutti sognano la Croisette. Tutti vogliono vedere le star. Ma prima di tutto questo, bisogna conoscere, resistere e vincere la battaglia contro “il lato sporco di Cannes”.
Una volta sistematosi, il vostro inviato è pronto per il glamour del giorno zero. Una doccia è d’obbligo. Sperando che gli altri inquilini non abbiano già finito l’acqua calda.