Abraham, Bram, Stoker era nato a Clontarf, un quartiere costiero di Dublino, in Irlanda, cento sessantotto anni fa, l’8 novembre 1847.
Oggi viene ricordato come padre di “Dracula“, uno tra i romanzi gotici del terrore più famoso e riadattato di sempre. In realtà, in vita, era più noto come assistente personale dell’attore Henry Irving e direttore economico del Lyceum Theatre di Londra, di proprietà dello stesso Irving, che come scrittore.
Fino a sette anni, Bram Stoker fu incapace di reggersi in piedi per via di una salute cagionevole. Poi, miracolosamente secondo i medici, guarì e condusse una vita normale. studiò storia, letteratura, matematica e fisica al Trinity College di Dublino; lavorò come domestico; accettò un incarico a titolo gratuito come giornalista e critico teatrale per il The Evening Mail. Nel 1878 si trasferì a Londra.
“Dracula” venne pubblicato nel 1897. Stoker impiegò sette anni per scrivere il libro, studiando la cultura e la religione dei Balcani e documentandosi sulla figura storica di Vlad Țepeș.
Ecco le 10 citazioni più inquietanti, profonde e indimenticabili tratte da “Dracula”.
«Perché la vita in fondo cos’è? Solo l’attesa di qualcosa d’altro, no? E la morte è l’unica cosa che possiamo essere sicuri che viene.»
«Sono andato in camera mia e mi sono messo a letto e, strano a dirsi, ho dormito senza sogni. La disperazione ha le sue calme.»
«Bambina mia, la vostra franchezza e il vostro coraggio hanno fatto di me un amico, perché un amico è più raro di un innamorato, e comunque meno egoista.»
«Nessuno può sapere, se non dopo una notte di patimenti, quanto dolce e prezioso al cuore e agli occhi possa essere il mattino.»
«Esistono creature particolari, chiamate vampiri. Qualcuno di noi ha prove della loro esistenza. Nonostante noi non abbiamo assoluta certezza riguardo alla nostra triste esperienza, gli insegnamenti e le testimonianze del passato sono prova sufficiente per persone con occhi ben aperti.»
«Ci sono oscurità nella vita e ci sono luci; tu sei una delle luci.»
Van Helsing a Mina
Il riso che bussa alla vostra porta e chiede: "Posso entrare?" non è vero riso. No! Il riso è un re e va e viene quando e come gli pare. Lui non chiede a nessuno, lui non sceglie il momento più adatto.
«Ah, la meravigliosa signora Mina! Ha cervello di uomo — e di uomo con grandi doti — e cuore di donna.»
«A noi nobili della Transilvania non piace pensare che le nostre ossa riposino fra quelle dei comuni mortali. Non cerco allegrezza né letizia, né la luminosa voluttà del sole o delle acque chiare che tanto piacciono ai giovani e agli spensierati. Non sono più giovane, e il mio cuore dopo gravosi anni di lutto per i miei morti non è incline all'allegria. Inoltre, le mura del mio castello sono diroccate; molto sono le ombre e il vento soffia freddo fra le merlature e i battenti. Amo la semi-oscurità e le ombre e restare solo con i miei pensieri quando è possibile.»
«Non ho potuto resistere alla tentazione di sconcertarlo un poco – forse un pizzico del sapore della mela originaria rimane ancora nella nostra bocca.»
