#Bookmorning con Petunia Ollister: quando la colazione è a base di libri

Intervista all'ideatrice dell’hashtag #bookbreakfast, divenuto una tendenza su Instagram

Ogni mattina sale su una scala e, dall’alto, fotografa la copertina di un libro disposto ad arte accanto a tazze, biscotti, oggetti vari. Poi pubblica le immagini coloratissime su Instagram, con l’hashtag #bookbreakfast, di sua invenzione.

Petunia Ollister ha pensato a un modo tutto suo per iniziare la giornata col piede giusto, promuovendo al contempo la bellezza dei libri di carta. Perché ebook e digitale staranno anche conquistando campo, ma il fascino di un romanzo in carne e ossa sta tutta nella sua fisicità.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con questa artista e lettrice appassionata, che ci ha raccontato qualcosa di più del suo progetto mattutino e del potere che hanno oggi i Social Network.

Sei diventata famosa sui social con lo pseudonimo di Petunia Ollister e con il progetto #bookbreakfast. Ma com’è iniziato tutto? Una mattina, facendo colazione, ti si è accesa la fantomatica lampadina oppure l’idea ha avuto una genesi più laboriosa? 

Sorrido ed esordisco affermando che prima di definirmi famosa manca ancora moltissimo. I #bookbreakfast sono nati per caso una mattina di qualche mese fa, quando mi sono trovata a sfogliare un libro sul graphic design intitolato «Daily Dishonesty». La copertina era dello stesso colore della tazza dalla quale stavo sorseggiando il mio caffè e mi sono trovata in piedi su una scala a fotografare tutto dall’alto.

E la scelta di usare uno pseudonimo? Perché?

Petunia Ollister è un pseudonimo nato cinque anni fa dall’involontaria collaborazione tra le menti brillanti di alcuni amici che, progressivamente, ha soppiantato la mia persona fisica. Molto spesso chi m’incontra non sa il mio vero nome, ma conosce molto bene Petunia, i suoi difetti e le sue passioni, tra cui l’ossessione per i libri.

Racconti i libri con scatti semplici ma di grande effetto. Dietro la macchina fotografica si nasconde una lettrice di lunga data?

Per questioni di anagrafe, non sono giovanissima, leggo da molti anni. Inizialmente tantissima narrativa per bambini, su tutti Calvino e Rodari, poi solo libri gialli e dai quindici anni in poi di tutto. Alla fine ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Lettere e poi i casi della vita mi hanno portato a stretto contatto con l’ambiente editoriale milanese. Quasi tutti i libri fotografati per i #bookbreakfast vengono dalla mia libreria di casa; gli altri me li prestano amici che ci tengono a partecipare al progetto con i loro titoli preferiti.

I profili Instagram che hanno come protagonisti i libri si sprecano. Cosa pensi che abbia contribuito al successo del tuo? Un’idea particolare? Delle immagini di grande impatto?

Credo che i #bookbreakfast siano gradevoli perché sono la sintesi, ironica e gradevole in termini estetici, di un modo tutto mio di considerare il libro. Non sono una semplice lettrice, sono una tipofila (leggermente maniaca) per cui l’armonia della grafica è molto importante nel processo di lettura. L’ossessione per gli accostamenti cromatici, il rigore per le disposizioni simmetriche e la compulsione allo scatto dall’alto fanno il resto.

Che consiglio ti sentiresti di dare a chi sogna di lasciare il segno sui Social Network? La fama è anche questione di fortuna oppure se c’è una buona idea e la costanza c’è tutto?

Penso che l’essenziale sia assecondare la propria inclinazione, creando una cifra stilistica ben definita, senza cercare d’imitare nessuno. Una volta illuminati dalla propria idea, spontanea o minuziosamente pianificata, bisogna portarla avanti in modo costante dando ascolto ai propri follower, che molto spesso sono fonte di consigli e nuove idee.

 

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