Al cinema | È solo la fine del mondo

Un film di Xavier Dolan. Con Nathalie Bayne, Vincet Cassel, Marion Cotillard, Lea Seydoux, Gaspard Ulliel. Drammatico, 95′. 2016

Juste la fin du monde, locandina, Xavier Doland

E venne il giorno di Xavier Dolan, 26enne canadese astro nascente della cinematografica mondiale, e del suo “Juste la fin du monde”.

Un’attesa talmente forte e diffusa che il vostro cronista ha dovuto farsi ben sette ore di coda, pur di riuscire a vedere il film, assistendo, tra l’altro, a scene di ordinaria follia tra i giornalisti, pronti a tutti pur di garantirsi un posto in sala.

Devo ammettere che la pazienza e lo sforzo sono stati ampiamente ripagati dalla pellicola, una delle più belle viste a questo Festival di Cannes. Opinione, la mia, non condivisa da tutti i critici – i commenti poco lusinghieri, infatti, non sono mancati.

Per ciò che mi riguarda, non avevo apprezzato fino in fondo “Mommy”, con cui Dolan si era aggiudicato il Premio della giuria nel 2014, mentre ho notato in questo film una maturazione artistica e concettuale notevole, che mi ha colpito.

Il regista canadese è stato bravo ad adattare per il grande schermo un testo teatrale, dando alla storia – di per se abbastanza semplice – un ampio respiro.

Louis (Ulliel), dopo essere mancato da casa per dodici anni, decide di tornare in seguito a un tragico sviluppo della sua esistenza.

Vincent Cassel e Marion Cotillard in una scena del film (2016).

Si parla di famiglia e di ricongiungimenti, ma non aspettatevi per questo un film melenso. Dolan preferisce dare al suo lavoro un taglio più autentico, mettendo in mostra il lato cinico e persino grottesco dell’essere umano.

Quattro brevi atti nel corso dei quali il protagonista si ritrova a confrontarsi con i suoi familiari, rimanendo spesso travolto dalla loro isterica incontinenza verbale. I silenzi di Louis e la parlantina fin troppo sciolta degli altri personaggi si controbilanciano in un equilibrio perfetto.

Juste la fin du monde” è un film che colpisce e commuove nel suo flusso di parole e immagini poeticamente mescolate.

Gaspard Ulliel è una scoperta, almeno per il sottoscritto. La sua performance è potente, intensa, poetica, vibrante nel suo essere minimal. Il resto del cast, composto da grandi nomi, si conferma di talento. Quello di Dolan è un convincente esempio di cosa possa essere un film corale.

Il finale, caotico e nello stesso tempo metaforico, cattura lo spettatore, fornendogli la cinica e amara presa d’atto che, talvolta, nemmeno un lutto basta a pacificare una famiglia.

 

Il biglietto da acquistare per “Juste la fin du monde” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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