5 domande alla scrittrice, filologa e insegnante Federica Introna

Il suo romanzo storico "La congiura", edito da Newton Compton, ha vinto il premio Ilmioesordio 2016

Filologa, insegnante di materie letterarie nei licei, ricercatrice, scrittrice: Federica Introna ha fatto della sua passione per la storia e l’antichità una professione a 360°.

Nata a Bari, ha pubblicato diversi saggi scientifici. “La congiura”, edito da Newton Compton, vincitore del concorso Ilmioesordio, è il suo primo romanzo. Protagonista Epicari, una liberta coinvolta nella cospirazione contro l’imperatore Nerone, nel 65 d.C. Attraverso un attento lavoro filologico, il personaggio – scomparso del tutto dai libri di storia – riprende vita.

 

La congiura” è il tuo romanzo d’esordio, edito da Newton Compton. Com’è stata l’esperienza editoriale? A chi dobbiamo il merito di averti scoperto? E avresti preso in considerazione strade alternative – come il self publishing – oppure, per il tuo libro, avevi in mente solo una pubblicazione tradizionale?

Alla pubblicazione tradizionale sono arrivata proprio attraverso il self-publishing, o meglio partecipando a un concorso basato su questo nuovo tipo di scouting editoriale. Ho vinto il Premio Ilmioesordio 2016, indetto dal sito letterario Ilmiolibro.it in collaborazione con la scuola di scrittura Holden e la casa editrice Newton Compton. Il concorso prevede la pubblicazione in autonomia sulla piattaforma web, e rappresenta quindi una vetrina straordinaria. Il premio è innanzitutto una valida occasione di incontro e confronto fra nuovi autori e lettori: gli utenti leggono le opere e le recensiscono, quindi si ha la possibilità di farsi conoscere, arricchirsi e migliorarsi. Scrivere è riscrivere, non dimentichiamolo mai.

Protagonista del tuo romanzo è Epicari, una liberta coinvolta in prima persona nella congiura contro l’imperatore Nerone, nel 65 d.C., ma dimenticata dalla storia. Perché hai deciso di raccontare proprio questa storia? Da dove è nata l’ispirazione? E quanto è stato complicato trovare materiale su un personaggio come Epicari, di cui i libri di storia sembrano non conservare traccia?

Epicari è un personaggio straordinario per la letteratura antica: innanzitutto è donna in una cultura tendenzialmente maschilista se non proprio misogina; per di più liberta, ossia ex schiava, quindi di umili origini. Allo stesso tempo è colei che Tacito negli “Annales” elogia per aver dimostrato, in un’occasione drammatica quale fu la congiura contro Nerone del 65 d. C., un coraggio e una lealtà di cui neppure gli uomini aristocratici diedero prova. Il grande autore latino le dedica poche righe, ma molto significative; invece la storia successiva l’ha emarginata quasi del tutto, forse proprio perché è una donna del popolo, e non una regina o una principessa. Solo Boccaccio, uno dei primi autori sensibili al sentimento e all’intelligenza femminili, la raffigura nel catalogo “De mulieribus claris” e molto più tardi, a metà dell’Ottocento, un drammaturgo ligure, Ippolito d’Aste, – uno sconosciuto per noi – mette in scena la tragedia “Epicari e Nerone”, ma ne fa una poetessa greca che si converte al Cristianesimo… Sono una filologa classica quindi reperire il materiale è parte integrante di un lavoro di ricerca a cui sono abituata, la sfida è stata quella di immaginare, sempre nei limiti del verosimile, la crescita e la lotta interiori di quella che è un vero martire della libertà.

Il romanzo storico viene spesso considerato – per come la vedo io, a torto – un genere “da uomini”. Cosa ne pensi tu? E come si inserisce il tuo libro, nel quadro contemporaneo? Pensi che i tempi siano maturi per la nascita di una letteratura storica declinata in chiave femminile?

Certamente. Il romanzo storico è considerato un genere per così dire “testosteronico”; le statistiche, infatti, dicono che la maggioranza dei lettori di questo genere sono uomini, ma in realtà posso testimoniare che la mia opera ha avuto un grandissimo riscontro proprio fra le donne. Le lettrici si appassionano sempre di più a questo genere, specialmente se, come nel mio caso, ci si concentra su figure femminili e della storia si rappresentano non solo le guerre e le battaglie, ma anche la temperie culturale, i riti e le abitudini, la vita e le sfide quotidiane, insomma il percorso dei protagonisti. Da Marguerite Yourcenar, passando per le nostre Dacia Maraini e Carla Maria Russo, penso che i tempi siano decisamente maturi per una rivalutazione del genere e del suo pubblico.

Per lavoro – ricordiamo che sei un’insegnante di italiano e latino oltre che filologa e scrittrice – sei a stretto contatto con i giovani. I dati parlano di una ripresa d’interesse verso la lettura, nel nostro Paese, tra i giovani e i giovanissimi. Tu, personalmente, trovi un riscontro nelle classi dove insegni? Si legge di più? E cosa, nello specifico?

Non a caso la voce narrante della storia, Marco Anneo Mela, si rivolge proprio agli allievi del fratello. Posso dire che, grazie all’impegno di tanti docenti che vivono ogni giorno “la trincea” della scuola e hanno modo di conoscere la particolare sensibilità dei ragazzi, grazie anche ai “Progetti lettura”, che sollecitano in modo sistematico il rapporto tra i libri, gli studenti e gli autori, si evidenziano senza dubbio segni di ripresa. I generi più amati rimangono il romance in tutte le sue declinazioni e il giallo, ma vedo anche grande interesse per il genere storico: l’importante è che si cominci a leggere e a leggere libri di qualità, poi l’appetito vien mangiando…

Dopo “La congiura” stai già lavorando a qualcosa di nuovo? Pensi di continuare sulla strada del romanzo storico oppure sei aperta anche ad altri generi?

Sì, sto lavorando a un nuovo progetto. Il romanzo storico in vero mi offre la possibilità di fondere il logos con il pathos, i miei studi classici con la mia passione per la composizione poetica, la mia parte razionale e critica con quella più sentimentale e creativa, quindi per il momento è un genere che voglio coltivare, magari spostandomi nel tempo e nello spazio… Ma voglio continuare anche a scrivere poesie. Il resto è una sorpresa!

 

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