Con “Tutto cambia”, edito da Fazi in Italia nel 2017, Elizabeth Jane Howard chiude la – secondo me meravigliosa – saga dei Cazalet, che ha accompagnato il lettore per oltre 3.000 pagine, immergendolo nelle atmosfere e nella storia inglese di inizio Novecento.
In questo quinto e ultimo volume è la malinconia a farla da padrone. Siamo infatti nella seconda metà degli anni ’50, che hanno spazzato via gli ultimi retaggi di un passato al tramonto, fatto di tradizione e classi sociali ben distinte, passato in cui i Cazalet erano pienamente inseriti.
La narrazione si apre con la morte di Kitty Cazalet, meglio nota come “la Duchessa”, ultimo baluardo di quella stagione destinata a non tornare. Rachel, dopo la morte dei genitori, cede finalmente alla convivenza con la storica compagna Sid.
Louise, dopo il divorzio da Michael, vive in una bettola in periferia, lavora come modella e porta avanti una relazione con un uomo impegnato; Polly e Clary, entrambe sposate e con prole, stentano a conciliare ambizioni e vita familiare.
Edward e Hugh, ultra-sessantenni, assistono al cambiamento dei tempi incapaci di adeguarvisi: la storica impresa di legnami di famiglia si avvia verso un inesorabile tracollo finanziario e i tre fratelli appaiono impotenti di fronte all’inevitabile. Soltanto Rupert sembra in grado di reagire, tornando alla sua vecchia passione, la pittura.
La figura di Edward appare quella più compromessa: alla crisi dell’azienda è costretto a sommare quella del legame con Diana, la seconda moglie, che di fronte alle ristrettezze economiche mostra il suo vero volto.
Il fallimento della Cazalet sembra inoltre destinato a ingoiare un tassello cruciale del passato, caro a tutti, la grande casa di Home Place, nel Sussex. La famiglia decide di trascorrere lì tutti insieme un ultimo Natale. Una cosa è certa: nulla sarà come prima.
Come nel primo volume, anche in questo conclusivo la narrazione riprende corale, districandosi tra le alterne vicende dei tanti protagonisti. La prosa è come sempre fluida e accattivante, dominata da un forte senso di transitorietà. Un volume conclusivo pienamente all’altezza dei precedenti che confermata la capacità di analisi della Howard. Quella dei Cazalet è una saga di cui spiace aver concluso la lettura.