Trento Film Festival: tra confini dell’alpinismo e “slow mountain”

Fino al 6 maggio la rassegna di cinema e cultura che racconta la montagna, tra film, arte, eventi

È record di scritti – ben 710! – per il Trento Film Festival, la rassegna di cinema e cultura che racconta la montagna, tra alpinismo, storie di donne e grandi nomi. Per la 66° edizione, che si concluderà il 6 maggio, sono stati selezionati 130 film, di cui 25 in concorso. 150 gli appuntamenti, tra serate evento, incontri, mostre e convegni.

Temi centrali di questa edizione, intorno a cui si sviluppano le sei serate evento in programma, sono la filosofia dello “slow mountain” – ovvero un approccio più lento e contemplativo alla natura – e i “confini” dell’alpinismo intesi come senso del limite e della rinuncia in alta quota.

Grande attenzione anche per le donne conquistatrici di vette con due appuntamenti da non perdere: “Climbing in Iran e libertà. Come la gravità porta all’uguaglianza”, dialogo con Nasim Eshqi, unica climber dell’Iran ad aver fatto dell’alpinismo la propria professione, e l’incontro con Pasang Lhamu Sherpa Akita, la principale guida alpina del Nepal, che parteciperà alla proiezione del film che la vede protagonista, “Mothered by Mountains” di Renan Ozturk.

Ad aprire la kermesse, il 26 aprile, è stata la versione restaurata di “Visage d’enfants”, capolavoro del cinema muto firmato da Jacques Feyder, ambientato sulle Alpi svizzere, con la nuova partitura del Maestro Carlo Crivelli eseguita dall’Orchestra Città Aperta.

Tra le pellicole più attese, presentate in anteprima italiana, “Tout là-haut” di Serge Hazanavicius, con Bérénice Bejo e Neri Marcoré, “Holy Mountain”, seconda prova da regista di Reinhold Messner che porterà gli spettatori sull’Ama Dablam, in Nepal, per rivivere il memorabile salvataggio di una spedizione neozelandese in grave pericolo, e “Resina” di Renzo Carbonera, ambientato nella comunità cimbra di Luserna, in Trentino.

Ricco il parterre di ospiti che si susseguiranno durante le serate, tra star dell’alpinismo come Tommy Caldwell, Reinhold Messner, Alex Txikon, all’attore e regista Rocco Papaleo, dagli scrittori Paolo Rumiz, Paolo Cognetti e Marco Albino Ferrari al campione di ciclismo Francesco Moser.

Il Paese ospite della 66° edizione del Trento Film Festival è il Giappone, a cui sono dedicati talk, proiezioni e quattro mostre per scoprire tradizioni e identità secolari, lo straordinario legame di un popolo con le proprie montagne e foreste, una natura al contempo delicata e violentissima e i postumi della catastrofe nucleare di Fukushima, senza tralasciare immersioni nell’eccezionale cultura gastronomica che anno dopo anno sta conquistando il mondo.

Ma la kermesse non si esaurisce con il cinema. Torna per la 32° edizione MontagnaLibri, un vero e proprio festival nel festival dedicato all’editoria montana, con la più recente produzione internazionale di libri e riviste dedicate al tema e un bel programma di incontri.

Per i più piccoli e le famiglie c’è TFF Family, con le numerose attività al Parco dei Mestieri, e appuntamenti in montagna, in collaborazione con il MUSE-Museo delle scienze di Trento e la Rete di Riserve del Monte Bondone. E poi le mostre, ben 12, tra cui “Storie dell’arcipelago sottosopra”, personale dell’artista e illustratore Philip Giordano.

 

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