Tra musica e arte, il fenomeno della customizzazione

di Massimiliano Antonio Primi

 

È qualcosa che prima o dopo accade a ogni musicista, professionista o meno, una sorta di rito di passaggio. Durante la carriera arriva un momento in cui la necessità di rendere il proprio strumento unico, un vero prolungamento della propria persona, diventa pressante. Il risultato si ottiene personalizzandolo a propria immagine e somiglianza.

Il fenomeno della customizzazione, ovvero della personalizzazione degli strumenti musicali, non è del tutto nuovo. Nel corso degli anni sono stati tanti gli artisti che hanno lasciato il segno in questo senso, portando sul palco strumenti inimitabili, divenuti poi vere e proprie icone e dettando così la moda.

Come dimenticare, solo per citare alcuni esempi celebri, le chitarre decorate con fiori e cuori utilizzate da Jimi Hendrix, oppure le incisioni di uccelli in volo sulla tastiera della chitarra di Carlos Santana? Come dimenticare il basso volutamente usurato dal tempo suonato da Sting o lo sticker con la bandiera finlandese piazzato da Mark Hoppus, fondatore dei blink-182, come tributo alle origini, sul suo già insolito Fender Jazz Bass rosa?

Inizialmente la moda della personalizzazione sembrava un privilegio concesso unicamente ai musicisti professionisti già affermati, ma oggi chiunque ha la possibilità di dare un tocco personale al proprio strumento musicale – e non soltanto a strumenti “classici” come chitarre e bassi, ma persino a violini e pianoforti.

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Per raggiungere l’obiettivo è possibile percorrere due strade: rivolgersi a esperti dell’artigianato musicale – come i liutai – o tentare la soluzione fai-da-te. Questa seconda opzione, sie per ciò che riguarda il costo che la gratificazione personale, sembra essere la più adottata, soprattutto tra coloro che desiderano mettersi in gioco in prima persona, per rimettere in pista una vecchia chitarra, piuttosto che fabbricarne una nuova partendo da zero.

Ma non fatevi prendere da facili entusiasmi: non è sempre possibile customizzare da soli. Prendiamo ad esempio lo strumento che viene più comunemente sottoposto a restyling, ovvero la chitarra. Una chitarra elettrica è facilmente modificabile (o costruibile) in autonomia, poiché il corpo in legno dello strumento non ha alcuna influenza sul suono prodotto, dunque anche una mano inesperta – avvalendosi di alcuni consigli pratici e utilizzando prodotti di qualità – sarà in grado di portare a termine un buon lavoro. Il discorso cambia quando si ha a che fare con una chitarra classica o acustica, dove il corpo in legno è fondamentale per la cura e la precisione del suono. In questo caso affidarsi alle mani di un liutaio esperto è importante, se non si vuole rovinare lo strumento.

Osservando da vicino questi “artigiani musicali” all’opera possiamo renderci conto di come la loro attività costituisca una vera e propria forma d’arte. Dalla minuziosa scelta dei materiali fino alla realizzazione del prodotto in ogni singolo dettaglio, niente viene lasciato al caso.

Tornando all’esempio della chitarra, rivolgendoci ad un liutaio – se pur con un costo ben più elevato del fai-da-te – potremmo ottenere uno strumento davvero unico, impreziosito magari da alcuni elementi che racchiudano in pieno il nostro stile, difficilmente riproducibili lavorando da soli.

Ben lungi dall’essere soltanto un capriccio da musicisti un po’ schizzati, la customizzazione oggi rappresenta una vera e propria forma d’arte, attraverso la quale è possibile esprimere la personalità del soggetto e creare al contempo dei capolavori artigianali.

Che decidiate di dare forma al vostro stile decorativo personale, oppure di seguire le orme del vostro idolo musicale, non vi resta che armarvi di creatività e mettervi all’opera!


 

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