Un film di Adam Nee, Aaron Nee. Con Sandra Bullock, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, Da’Vine Joy Randolph, Óscar Núñez. Azione, commedia, 112′. USA 2022
Vedova di un archeologo e specializzatasi nella stessa materia, Loretta trova però la fortuna altrove, come scrittrice di romanzi rosa d’avventura. All’ennesimo libro è però in crisi d’ispirazione e il tour promozionale al fianco del modello delle sue copertine, Alan, vero idolo dei fan, le appare insopportabilmente umiliante. Decide così di mollare tutto, ma finisce rapita dal rampollo di una ricca famiglia in cerca di un tesoro perduto. Solo lei può tradurre un antico geroglifico e trovare una tomba segreta nella città perduta di D, la stessa dei suoi romanzi.
Stando al mito (o luogo comune che dir si voglia) il grande scrittore trova nell’isolamento e nel silenzio le condizioni ideali per scrivere un bestseller e vede i tour promozionali come un noiosissimo obolo da pagare per la pubblicazione.
Una scrittrice di romanzi rosa di successo può essere infelice ed emotivamente arida nella vita privata? E l’aitante “uomo copertina” dei suoi libri può rivelarsi una persona totalmente diversa da quella che mostrano le foto?
“The lost city” dei fratelli Nee risponde con ironia e creatività a queste domande, dimostrandosi una commedia romantica e avventurosa piacevole quanto inaspettata, almeno per il sottoscritto (già pronto alla stroncatura, ve lo premetto, dopo aver visto il trailer).
La sceneggiatura è complessivamente equilibrata, vivace, divertente. Un punto di forza del progetto è l’autoironia sui personaggi e soprattutto sugli stessi attori che li interpretano – e in questo senso iconico è il cameo iniziale di Brad Pitt nel ruolo di Jack Trainer, bellissimo istruttore delle forze speciali.
“The lost city” cambia pelle continuamente, alternando con armonia momenti comici, romantici e altri avventurosi. L’ambientazione naturale è mozzafiato, affascinante, ricca di mistero – e gioca anche un ruolo importante nella storia.
Se il progetto funziona, parte del merito va riconosciuto alla buona alchimia creatasi tra Sandra Bullock e Channing Tatum, scrittrice di successo dal cuore infranto lei, macho che nasconde goffaggine e insicurezza lui, e alle loro inaspettate doti comiche.
Anche la scelta di assegnare il ruolo del cattivo a Daniel Radcliffe si è dimostrata felice, consentendo all’attore inglese di liberarsi per una volta dagli scomodi e castranti panni dell’eroe e dimostrare la sua versatilità nel ruolo di questo folle quanto ambizioso milionario.
Alla fine “The lost city” ci conferma come l’amore sia il vero tesoro inestimabile, e molto spesso ce lo abbiamo proprio davanti agli occhi ma non lo vediamo, distratti come siamo dalle apparenze o da una copertina patinata.